Die Natur ist ein immanentes Element der Skulpturen des Steinbildhauers Markus Wüste
─ Sacha Falk da Spiegel im Spiegel.
La pietra è un elemento onnipresente nella scultura dell’artista berlinese Markus Wüste.
Analizzando quella che è l’offerta di opere nell’arte contemporanea è molto difficile trovare sculture in pietra, sia per il materiale (di solito viene preferito il marmo) sia per le tecniche di lavorazione.
Nonostante quest’anomalia, la pietra è proprio l’elemento utilizzato da Wüste nei suoi lavori ed anzi, a questa insolita scelta se ne accompagna un’altra che riguarda invece una diversa caratteristica che egli attribuisce a tale elemento: il movimento. Una sequenza cinetica che ha in sé la necessità di attuarsi per adempiere alla sua funzione. L’aggettivo attribuito alla sequenza non è casuale, l’artista infatti celebra questo suo percorso inter-mediatico con la realizzazione sporadica di video.
La potenza dei suoi lavori scaturisce dalla rappresentazione mediante l’utilizzo della pietra di oggetti di uso quotidiano, articoli prodotti in massa, economici e facilmente deteriorabili come guanti e stivali di plastica, palloncini, bottiglie e sedie. In questo modo Wüste va ad evidenziare il conflitto tra eterno ed effimero, lo slittamento dei materiali, la loro conversione dall’inusuale al quotidiano. Nel sedicesimo secolo la pietra venne sempre più accantonata per la sua incapacità a reggere il confronto con altri materiali, basti pensare al vetro e alla sua lucentezza, mentre Marcus Wüste nel ventunesimo secolo preferisce essere devoto a questo elemento antico e longevo. E lo fa attualizzandolo, facendo emergere il potenziale insito nella sua natura, mostrandocene l’eleganza ed il dinamismo, cioè quella prorompente forza di ribellione verso una sua caratteristica intrinseca.
Il tutto lasciando campo alla creatività, che non potrà certo donare alle sue opere la leggerezza di una nuvola, ma che permette a chi le osserva di volare con la fantasia.
Guarda il resto dei suoi lavori sul suo sito.