Mirko Nahmijas ha fotografato le architetture iconiche del Modernismo socialista realizzate a Belgrado tra il 1957 e il 1989. La serie Minimal Belgrade impressiona decine di forme plastiche fatte di calcestruzzo a vista, stagliate grigie sullo sfondo di un celo terso, astratto come i volumi geometrici che definiscono le potenti composizioni turrite.
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Il Modernismo socialista, a Belgrado, è considerato patrimonio architettonico oppure soffre ancora delle implicazioni politiche che lo hanno prodotto?
Gli edifici che ho deciso di omaggiare sono, prima di ogni altra cosa, straordinari. Stanno silenziosamente in piedi, magnifici e senza tempo in tutta la loro bellezza, come una testimonianza della creatività e dell’implacabilità dello spirito umano, sprovvisti nella mia percezione del contesto sociale, politico oppure storico. E’ un’ottima cosa, d’altronde, che un osservatore possa sentirsi libero di vederci un proprio apporto, perché perseguire la libertà è il fine ultimo dell’arte, sia che si tratti di crearla che di esperirla. Quanto meno è ciò che mi spinge ad andare avanti.
La tua serie punta ad esaltare i valori iconici di questi grandi edifici, facendo attenzione a non mostrare il terreno e nessun altro riferimento contestuale. Qual è il ruolo che svolgono?
Il loro ruolo, la maniera nella quale io l’ho inteso, è quello di arricchire e animare lo spazio dei muri designato per ospitare queste immagini, e inoltre offrire, a chi ne fosse interessato, un modo per comporre la propria versione dello skyline di Belgrado, fatta dei prospetti più interessanti che io credo la città possa offrire.
Come hai interpretato, con la tua fotografia, il gigantismo brutalista di questi enormi edifici in cemento?
Decidere come interagire con l’oggetto che si vuole ritrarre ha poco a che vedere con la sordità della propria tecnica, quanto piuttosto con la volontà di fare un passo indietro per permettere che la materia possa comunicare con il proprio linguaggio. Quando un artigiano riesce a farlo, conseguentemente l’opera si eleva-promuove ad oggetto d’arte.
Belgrado ha altre ricchezze nascoste?
Certamente! Solo queste non sono nascoste. In realtà è vero il contrario, queste sono visibili a chiunque; sono parte della vita quotidiana di tutti, forse lo sono così tanto che abbiamo dimenticato di sottolinearne la potenza. Ma vista la quantità di informazioni alla quali siamo esposti, non è infrequente ignorare quello che si ha davanti agli occhi.