Oggi voglio parlarvi della grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori” che si trova al Complesso del Vittoriano a Roma dal 22 febbraio all’8 giugno, curata da Guy Cogeval, direttore del museo francese e da Xavier Rey, conservatore di pittura.
Persuasa da grandi nomi come Gaugin, Monet, Degas, Van Gogh, Manet anche io mi sono recata al Vittoriano per visitare quella che si preannunciava una delle più importanti mostre italiane di questo inizio anno 2014.
Per l’ingresso ho pagato 9,00€, il costo di un biglietto “ridotto” per minori di 26 anni.
Convinta del fatto che stavo per ammirare dal vivo opere di spicco del museo D’Orsay, ho acquistato assieme al mio accompagnatore l’opzione audio guida per due, comprensiva di due paia di cuffie ed un unico apparecchio per la somma di 7,00€, una combinazione per niente conveniente visto che ha fatto in modo che entrambi stessimo appiccicati per tutta la visita e rischiassimo ripetutamente di inciampare in ogni dove.
La visita è iniziata quando ci siamo resi conto che stavamo percorrendo il corridoio che portava all’ingresso della toilette, e con noi molte altre persone che in mancanza di indicazioni dal personale alla cassa sono state costrette a trovare la “retta via” da soli. Una volta resici conto del fallo, la visita è cominciata in un’ala del museo destinata unicamente alla storia del Museo d’Orsay, uno spazio ben organizzato, con proiezioni video, fotografie d’epoca, bozzetti e curiosi angoli che raccoglievano oggetti del passato provenienti dal museo come le per-niente-graziose vecchie sedie dei guardiani.
Insomma, a parte la questione sulle sedie che non mi è ancora ben chiara, la mostra si è introdotta sin da subito benissimo, anche se… dei quadri ancora manco un’ombra.
L’esposizione dei “Capolavori” inizia subito dopo l’introduzione sulla storia del Museo d’Orsay ed è divisa in diverse sezioni: “ Accademia e nuova pittura”, “Il paesaggio e la vita rurale: dal Classicismo all’Impressionismo”, “Rappresentare la propria epoca – la vita contemporanea”, “Dopo l’Impressionismo e verso le avanguardie del XX Secolo”.
L’organizzazione è perfetta e l’audioguida aiuta a comprendere al meglio la corrente stilistica e filosofica del periodo che va dall’Ottocento fino ad inizio Novecento. Le sezioni si alternano e si collegano con ordine portando l’osservatore in un viaggio alla scoperta delle varie epoche impressioniste. Quello che non ci si aspetta è però la mancanza dei suddetti capolavori. Monet, Degas, Gauguin, Van Gogh non mancano ma certamente non figurano come i veri protagonisti della mostra. La galleria riservata ai quadri ospita pochissime opere minori dei Grandi Impressionisti, e post- impressionisti.
Il fortunato che è stato almeno una volta al Musée d’Orsay di Parigi certamente non scorderà mai i numerosi veri capolavori racchiusi al suo interno e questa esposizione che prende il nome di uno dei musei più visitati e apprezzati al mondo è una vera delusione per gli occhi ed anche per il portafogli (rispetto al Vittoriano, la visita del museo francese per i minori di 26 anni è gratis).
A chi si aspetta di vedere un Capolavoro del Museo d’Orsay, non consiglio di recarsi a questa mostra e di non fare lo stesso sbaglio che ho compiuto io, che come sempre, mi faccio ingannare dalla pubblicità a pagamento e dalle didascalie iperboliche che ne derivano.