Nato circa 50 anni fa a Brooklyn, Gregory Crewdson è un acclamato fotografo e regista americano.
La sua opera è costruita in base all’uso che il fotografo fa della luce, elemento che aiuta a scolpire dettagliatamente le più ampie locations.
Le scene richiedono una minuziosa organizzazione. Anche se a prima vista le ambientazioni sembrano spontanee e naturali, l’artista è ossessionato dalla cura precisa di ogni singolo corner per cui ogni minuzia è inquadrata e risalta nella sua essenza.
“La mia vita è lontana dalla perfezione. E’ caotica. Per me l’arte è un modo per raggiungere l’ideale. La mia vita è disordinata, così tramite l’arte io posso creare ordine” afferma Crewdson.
Nel film “L’istante Perfetto” che descrive il suo lavoro, lui stesso racconta la sua personale ricerca verso il momento perfetto da captare attraverso la macchina fotografica, un momento estrapolato dalla realtà e ricreato artificialmente, capace di suscitare emozioni contrastanti in chi guarda.
Le foto di Crewdson rivelano il “dietro le quinte” dell’American Dream.
Entrando nelle casette di provincia e camminando tra i solitari viali di periferia, dove tutto appare perfettamente ordinato, la realtà si svela triste e cupa.
Statici, riflessivi, solitari : questi sono i soggetti che predilige il Fotografo di Brooklyn.
Le sue foto ricordano le realtà oniriche di David Lynch e le prospettive distorte di Edward Hopper.
Il suo sguardo quasi da documentarista impone l’immagine di un’America in crisi d’identità, impressionando e quasi intimorendo l’osservatore.