A volte è meglio mettere da parte il resto e dedicarsi unicamente al sano ascolto di un buon vecchio vinile.
E’ così che una mattina, aprendo la custodia di Quadrophenia dei The Who, mi sono imbattuta
nel libretto fotografico che contiene, ed è così che ho conosciuto il fotografo “delle rockstar” Ethan Allen Russell.
Russell aveva già collaborato con la band inglese nel 1971, quando realizzò la copertina dell’album Who’s Next, tuttavia nel 1973 gli fu commissionato un lavoro diverso dal solito: stavolta avrebbe dovuto realizzare una raccolta fotografica atta a raccontare la storia di Quadrophenia, la vita dietro la musica e i testi di questo importante progetto discografico, oggi considerato uno dei più grandi capolavori musicali di sempre.
Di “street photographers”, fotografi di strada, ne è pieno il mondo. E’ un genere che continua ad affascinare gli amanti dell’obbiettivo e sempre più in voga.
Dopo 40 anni di storia trovarsi le foto di Russell sotto agli occhi significa provare emozioni e conoscere posti sconosciuti in una maniera del tutto familiare.
Ciò che sembra semplice da riprodurre, come la fotografia di un palazzo, non lo è affatto e queste foto lo dimostrano.
Quadrophenia è la storia di Jimmy, “il quadrofenico”. Fa parte della banda giovanile dei “mods”, nella Londra degli anni 60. Lui è il ragazzo con i capelli ben tagliati e la giacca militare che guida il suo scooter GS sotto la grandine e la pioggia, che ha un pessimo rapporto con i genitori e tenta di dimenticarselo drogandosi e bevendo con gli amici.
Tuttavia il tempo passa, le esperienze maturano e nasce la consapevolezza da parte di Jimmy che tutto quello che vive il gruppo è una semplice illusione, egli riflette su se stesso e il suo destino e vive attimi di profonda crisi psicologica.
L’album è chiuso da “I’ve Had Enough” (traccia 5 lato 2) e nell’ultima foto di Russell, Jimmy cammina fiero sulla spiaggia. Il giovane ragazzo ora è pronto ad affrontare la sua nuova vita.
I testi e gli arrangiamenti musicali degli Who sono difficili da dimenticare, e personalmente credo che creino una seria dipendenza.
Russell d’altra parte , è riuscito ad entrare nella perplessa mente di Jimmy e trasformare i suoi pensieri in fotografie.
Le foto completano l’ascolto dell’album e l’album completa la visione delle foto.
Il connubio è tanto giusto che non risulta difficile capire il perché qualche anno più tardi, nel 1979, si arriverà al film.