“Il mio lavoro di fotografo è iniziato concentrandomi sulle componenti essenziali dell’architettura di Los Angeles e ho trascorso due anni lavorando per creare una serie di parametri per fotografare la città”
Nicholas Alan Cope è un giovane fotografo nato nel Maryland, trasferitosi poi a Los Angeles nel 2004 per frequentare l’Art Center College of Design.
Qui lavora per sette anni ad un progetto, quello di documentare il paesaggio urbano di Los Angeles, ma lo fa in maniera surreale, cercando di tirar fuori l’anima dagli edifici, mettendo in risalto la vera architettura della città degli angeli.
Questo lavoro dà vita suo primo libro “Whitewash”, pubblicato dalla casa editrice Powerhouse Books nell’aprile del 2013.
Attraverso questa pubblicazione, Cope mostra una Los Angeles come non siamo abituati a figurarcela, spogliata dal superfluo, geometrica ed essenziale. La scelta bicromatica del bianco e nero è enfatizzata al massimo dalla luce del sole che ne accentua il contrasto e contribuisce a ricalcare i profili degli edifici. Ma il bicromatismo racchiude in sé un significato simbolico: la duplice anima della città di Los Angeles, il bene e il male.
Un abitante di Los Angeles non riconoscerebbe facilmente gli edifici rappresentati in questa serie, infatti Cope nelle didascalie delle foto indica soltanto l’anno e il quartiere, senza specificarne la posizione, per creare un alone di mistero attorno ai suoi scatti.
Il libro contiene inoltre una speciale prefazione, scritta dal genio nero della moda, Rick Owens e interamente riportata qui:
“I moved to Paris from Los Angeles 10 years ago and haven’t been back since. But this is exactly how I remember it. Bright hot incessant clear light, casting blackety-black shadows from Brutalist blocks that take the history of architecture and silently reduce and contain it like lunar tombs. Or Aztec temples morphed into foam-core cartoons.
This kind of light makes decisions easier, more black and white. Good vs bad, pure vs impure, aspiration vs collapse. Determined grim optimism vs self indulgent despair. The suggestion of an old Hollywood monolithic black-and-white movie set encourages self invention and self consciousness as you make your way down an imaginary long white staircase. There’s not another living soul on the set and the spotlight is on you, wiping out any flaw or imperfection, hallucinating yourself into who you wanna be… Exactly how I remember it… “
Rick Owens, November 2012
Los Angeles vista da Nicholas Alan Cope