Sono passati ormai anni da quando le frontiere e le dogane ai confini degli stati europei sono state aperte. Restano però le vecchie stazioni ormai abbandonate, quei luoghi che marcavano il confine tra usi e tradizioni diversi, dove ci si rendeva conto di aver lasciato il proprio paese e per conoscere una nuova realtà.
“Mi piace lo stile retrò che hanno quegli edifici. D’altra parte, non riesco a smettere di pensare come era strano per i nostri genitori dover attraversare le frontiere con i controlli di polizia e di dover cambiare anche i soldi.“
Questi luoghi di frontiera sono i soggetti degli scatti di Josef Schulz nella serie Übergang. Li descrive come “sentinelle abbandonate” o “monumenti sbiaditi” di un passato non molto lontano, tutti luoghi diversi l’uno dall’altro, ognuno con il suo stile architettonico, segno delle tendenze diverse che ci sono di paese in paese.
Josef Schulz è un fotografo polacco nato nel 1966, che vive e lavora a Düsseldorf, dove ha frequentato l’accademia delle belle arti nelle classi di Bernd Becher e Thomas Ruff. I suoi scatti sono interessanti e concettuali con un taglio ed un equilibrio delle inquadrature davvero notevoli, queste doti gli hanno permesso di esporre in giro per il mondo rendendolo un fotografo di fama internazionale.
Schulz manipola spesso le sue immagini in digitale per aggiungere significato alla foto. Possiamo notarlo nella serie “Übergang” in cui mette in secondo piano i paesaggi, schiarendo lo sfondo. Così riesce a canalizzare l’attenzione dell’osservatore verso gli edifici che sono i soggetti principali. Queste manipolazioni permettono anche all’occhio più pigro di notare le particolarità e i segni distintivi che diversificano una stazione dall’altra. Anche i paesaggi sono diversi di volta in volta. Schiarendo lo sfondo, Schulz tende quasi ad annullare il paesaggio per decontestualizzare le stazioni, trasformandole in modelli intercambiabili e dando la sensazione che siano state catturate in un’epoca non definita, come se fossero fuori dal tempo.