Jeremy Underwood è un fotografo e artista visivo che vive e lavora a Houston, Texas.
Il suo lavoro si basa sul rapporto complicato dell’essere umano con l’ambiente, riprendendo temi di fondamentale importanza come l’inquinamento ambientale, Chernobyl e il consumismo.
Jeremy è considerato un talento emergente da Lens Culture e ha ricevuto molte borse di studio e riconoscimenti.
La sua serie di maggior rilievo è Human Debris, dove mette in risalto la condizione ambientale dei corsi d’acqua, evidenziando la dannosa abitudine umana di disperdere nell’ambiente un materiale altamente inquinante come la plastica. Affronta questo tema in maniera creativa, lo fa raccogliendo bottiglie di plastica e altri rifiuti trovati sulle rive per creare delle composizioni che in seguito diventano i soggetti dei suoi scatti. Queste composizioni sono ulteriori mezzi per evidenziare il degrado dei corsi d’acqua, ma soprattutto per lanciare un messaggio all’intera umanità sul modo in cui sta distruggendo l’ambiente.
“Questo lavoro sfida gli spettatori a riflettere sulla nostra cultura consumistica, il rapporto che abbiamo con il nostro ambiente e il diffondersi dell’inquinamento.”
Le sue composizioni sono paragonabili a monumenti innalzati per evidenziare e contestare il potere distruttivo dell’inquinamento causato dalla noncuranza e alla grossolanità dell’essere umano nei confronti dell’ambiente.
Un’altra serie di notevole impatto è Chernobyl Hidden From View dove esplora il paesaggio contemporaneo della zona Ucraina, ormai abbandonato l’imperversare della natura”tossica”.
“Mentre alcune cicatrici sulla terra mostrano il segno, la maggior parte rimane nascosta, oscurando i pericoli di ciò che la natura tiene dentro. Sebbene questi paesaggi sembrino verdi e lussureggianti di vegetazione, ogni creatura vivente è satura di radioattività, negando tranquillamente la propria letalità. Confondendo il confine tra la vita e la morte, Chernobyl ci sfida a mettere in discussione il rapporto dell’uomo con l’ambiente e gli effetti che abbiamo sul nostro mondo.”