Guido Bisagni, il cui nome d’arte è onezeroeight, “108NERO”, è uno dei più grandi pionieri della streetart italiana.
Dopo aver respirato l’aria urbana di diversi paesi europei, ha portato il writing tradizionale ad un livello successivo.
108 pensa gli spazi pubblici come popolati da masse, corpi con forme pseudo geometriche, che rimandano al caos, qualcosa che il passante non può identificare, ricca di mistero.
Bisagni inoltre ha creato il suo personale handwriting, non più composto da lettere, ma da numeri.
L’arte di strada è da lui concepita come silenziosa, qualche volta greve, priva di riferimenti pop, non chiassosa, rappresentazione di una sorta di malinconia e timidezza, di tutti quei segni di cui ci troviamo a chiederci il significato.
Fortissimo in 108 è il legame con la sua terra d’origine, Alessandria e le montagne, che sono continua ispirazione per nuove forme attraverso le quali cerca di rappresentare se stesso. La consistenza, la pesantezza e la stessa forma sono un’ossessione per l’artista, che ha perso negli anni la componente più rappresentativa delle sue opere riducendole ad una totale e personale astrazione, tra avanguardia ed interesse per la figurazione primitiva. 108 non apprezza la parola “streetart”, non apprezza le etichette e trova nella pittura dei muri in luoghi pubblici una sorta di rito magico. Il colore che predilige è il nero, ricco di sfumature, di significati, ma apparentemente vuoto, che però riesce a completare la forma, a conferirgli pesantezza.
Il lavoro di 108NERO con il tempo si è evoluto, trovando la sua realizzazione anche in sculture e suoni. Non è più solo artista di strada, ma sperimentatore e innovatore, continua ad affermare che il suo ambiente è la strada e che la galleria è stata solo la fase successiva di un processo già avviato.