Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone in un armadio dove si è certi di trovare delle camicie.
Così, nel 1944 Frida Kahlo si esprimeva riguardo a una tra le più incisive correnti artistiche dello scorso secolo.
Kyle Thompson, quasi 70 anni dopo, ha portato avanti questo stesso concetto trasponendolo in fotografia.
Ma quello che avvicina Kyle a Frida non è solo l’amore per la stravaganza ma anche, e soprattutto, gli autoritratti.
Il giovane fotografo di Chicago si è approcciato alla fotografia a soli diciannove anni, quando ancora non aveva le idee chiare sul proprio futuro. L’amore per l’arte c’era da sempre, ma mai avrebbe pensato di diventare un artista, fino a quando ha iniziato a scattare.
Kyle comincia con il self portrait, decidendo di ritrarre se stesso in spettacolari scenari naturali. Gira da solo per foreste e visita case abbandonate. Suoi inseparabili compagni sono la sua canon 60D, un treppiedi e un timer. Una volta ottenuta una collezione di cento foto, decide di pubblicarle sul web.
Il suo lavoro colpisce subito il pubblico, al punto che la gente lo riconosce per strada.
Le foto di Kyle sono sorprendenti e hanno la rara facoltà di stupire. Ognuna si completa con l’altra ma, come lui stesso spiega, non esiste un inizio o una fine, ogni scatto rappresenta un singolo momento fluttuante di una realtà temporale non definita.
A distanza di 3 anni dai primi scatti, Kyle Thompson continua ad utilizzare escamotage ogni volta diversi che sorprendono in modo sempre nuovo chi li guarda.
Nelle vivide atmosfere da lui scelte, ogni elemento è curato e ben studiato per impressionare. Proprio come in uno dei suoi ultimi progetti, la serie fotografica “Plague”, in cui in una semplice camera da letto l’artista si lascia ricoprire di grossi insetti. Impossibile restare indifferenti.
Puoi guardare per intero le sue collezioni sul suo sito.