Room 11 ha da qualche mese completato il suo primo intervento di architettura pubblica, il Glenorchy Arts and Sculpture Park (da cui l’acronimo GASP!), un parco lineare lungo la linea di costa del fiume Derwent in Tasmania che prende corpo in due padiglioni disposti alle estremità del percorso e una passerella pedonale che dialoga tra terra e acqua nella sua semplice scansione degli elementi verticali.
Con la stage 2 Studio 11 è andato ad arricchire il concetto di padiglione di osservazione, dove riposarsi osservando l’ampio paesaggio tasmaniano che si apre in una veduta affascinante, andando a configurarlo come un’esperienza in sé. Contesto ed esperienza dello spazio si integrano e interagiscono tra loro in un’architettura pura che crea un paesaggio di colore e materia, sospeso su una vecchia piattaforma industriale in disuso.
Alla durezza del piazzale di cemento antistante fa da contrappeso la parete in plexiglas colorato, che si accende in un colore di tramonto e lambisce con i suoi riflessi rubino la superficie levigata delle onde come il pavimento artificiale all’interno del padiglione, che si carica di tonalità rosse e bluastre che si contendono lo spazio. I tagli e le prospettive generati dall’edificio sezionano ed intagliano il paesaggio retrostante, caricandolo di nuovi colori e significati e permettendoci di concentrare l’attenzione su determinati elementi.
La vetrata rossa è inaspettata e potente, urla la ragione d’essere di questa architettura e ne è l’unica manifestazione e presenza che possa reggere l’impatto con il paesaggio che penetra e fluisce nelle forme artificiali. Il padiglione è quindi filtro, membrana fragile e pura al confine tra terra e acqua, e sembra nascere piu’ da una pennellata di colore che dalla stessa struttura architettonica che le dà sostanza. E’ il colore che si fa materia e sostiene visivamente la costruzione, è il colore che influenza l’umore tanto del paesaggio quanto dell’osservatore coinvolto dallo spettacolo feroce di un tramonto che non vuole più scomparire.