Elena Kalis è una giovane fotografa nata e cresciuta a Mosca, nella Federazione Russa. Circa dieci anni fa Elena decide di ricominciare da capo la sua vita e si trasferisce in una piccola isola delle Bahamas dove inizia a scattare foto per la prima volta.
La sua fotografia è stata battezzata “Underwater photography”. Infatti, presenza fissa in ogni suo set è l’acqua, in pieno oceano o in piscina. È l’elemento che avvolge ogni cosa ed ogni soggetto creando una atmosfera unica di incredibile fascino.
Sul suo rapporto con l’acqua Elena afferma:
“Amo immergermi perché sott’acqua mi sento più libera di quanto non mi senta sulla terraferma, dove il senso del confine è molto più marcato. Il momento dell’immersione è una pausa dalla mia vita, necessaria per riprendere fiato, rallentare e riflettere. È in assoluto l’esperienza che mi trasmette più serenità. Sott’acqua il tempo si ferma e si vive solo il presente, senza preoccuparsi per ciò che succede all’esterno. Posso sentire il mio respiro, il battito cardiaco. I suoni sono attenuati e dall’interno tutte le percezioni cambiano e sembra di essere avvolti in un bozzolo di liquido caldo. Credo che ci si senta in questo modo anche nel grembo materno. L’esperienza dell’immersione mi lascia rinvigorita, mi dà serenità. Andare sott’acqua è per me una fuga da un presente reale e nel contempo illusorio.”
Elena Kalis si differenzia da chi utilizza modelli professionisti per i propri lavori preferendo amici, parenti ed in particolar modo i suoi figli.
Le sue foto riprendono i temi fiabeschi e le sognanti, le atmosfere senza tempo dei racconti fantastici.
Tra i tanti progetti, Alice in Waterland ambienta sott’acqua l’universo interiore del famosissimo soggetto di Lewis Carroll.
Con l’aiuto di numerosi oggetti di scena e l’incredibile interpretazione dei suoi bambini, Elena è riuscita a centrare la spensieratezza di Alice.
Come un bel libro che si lascia leggere tutto d’un fiato, le foto di Elena ci trasportano verso l’isola che non c’è, il luogo non-luogo che abbiamo visitato in passato o nei nostri sogni ma di cui abbiamo dimenticato l’essenza.