L’Oculus Rift è uno schermo per la realtà virtuale pensato per i videogiochi. L’idea del visore è quella di riprodurre in 3d gli ambienti della vita quotidiana. La NASA ha in mente di usarlo per altre finalità.
L’astronauta è sicuramente uno dei mestieri più affascinanti che esistano ed anche tra i più gettonati dai bimbi quando devono indicare cosa diventare da “grandi”. Quello che forse si sottovaluta è la solitudine e lo stress psicologico di un lavoro che ti porta lontano da familiari ed amici per lunghi periodi di tempo.
Qualcosa però sta per cambiare: quelli della Digital Arts Leadership and Innovation lab (DALI) di Dartmouth hanno quindi deciso di utilizzare Oculus Rift durante le missioni spaziali, dando così la possibilità agli astronauti di vivere virtualmente una serie di viaggi sulla terra, il tutto allo scopo di colmare la nostalgia e le sue ripercussioni dal punto di vista psichico. Ovviamente l’effetto benefico di Oculus Rift non è paragonabile alle conseguenze di un viaggio reale, ma la soluzione legata al mondo virtuale è risultata come un ottimo sostituto temporaneo.
Lorie Loeb, scienziato della DALI, in una recente intervista ha affermato che stanno lavorando per far sì che l’esperienza sia quanto di più reale possa essere ricreato.
“When you wear the Oculus Rift, it feels like you are in whatever scene you see.
We will augment the experience through sound, create a breeze with fans, add smells — anything we can do to trick the brain into feeling like they are transported into a new space.”
Il progetto nasce dopo più di un decennio di ricerche effettuate da università quali Dartmouth, Harvard e UCLA, per sviluppare un programma di terapia che aiuti gli astronauti ad affrontare le sfide mentali dovute a missioni spaziali di lunga durata in cui i ritardi di comunicazione con la Terra generano condizioni tali per cui molto spesso i cosmonauti si sono ritrovati a familiarizzare con oggetti pure di avere un qualsivoglia tipo di rapporto.
Il sistema include programmi utilizzati nella cura della depressione e aiuti nell’affrontare lo stress e la gestione dei conflitti. Ogni funzionalità è una sorta di terapia fatta con video e clip audio pre-registrati con un vero psicologo che gli utenti possono poi utilizzare per conto proprio.
Mark Hegel, psicologo presso il Dartmouth Institute, conferma la volontà di realizzare un supporto ben più significativo e sensibile per questi speciali “pazienti”:
The Virtual Space Station is a much more advanced computer interface than typical Internet-based therapy programs. We found that perception we created was equivalent to working with a live therapist, and superior to other computer-based therapies
L’esperimento è iniziato il 15 ottobre alle Hawaii presso una struttura che riproduce le condizioni ambientali di Marte. La prova sarà molto importante visto che un team di sei persone vi passerà 8 mesi consecutivi testandone le reazioni sul corpo umano. Tra gli obiettivi da raggiungere sono presenti la riproduzione di luoghi reali, come spiagge o le case degli astronauti, ma anche luoghi completamente immaginari, arricchiti con quadri celebri e molto altro ancora.