Certo sarebbe bello poter pensare a degli spazi pubblici non inquinati che assorbono lo smog, o a discoteche che utilizzano l’energia immagazzinata dal movimento delle persone, a un’illuminazione che cambia densità a seconda di come ci muoviamo o a ciottoli luminosi che si accendono di notte.
Il designer e artista olandese Daan Roosegaarde queste cose non si limita a pensarle, ma le realizza. Tecno-poeta del XXI secolo, il suo studio sembra concretizzare idee che altri farebbero fatica anche solo a concepire, coniugando una visione squisitamente umanistica con le piu’ avanzate forme di tecnologia e di interazione tra queste e l’uomo.
Scorrere i progetti realizzati dallo studio o in fase di sviluppo non sembra dissimile dal leggere un libro di fiabe, tanto le soluzioni proposte sono delicate e coinvolgenti, con un tocco di poesia che spinge la ricerca creativa in ambiti confinanti a tratti con l’arte dal punto di vista della carica emotiva che trasmettono: con una sensibilità e temi comuni a quelli di una personalità come il designer Tokujin Yoshioka, Roosegaarde si è votato alla meraviglia.
‘I wanted to create a place that people will experience in a special way, the technical combined with experience, that’s what techno-poetry means to me.’
Daan Roosegaarde
L’occasione del 125° anniversario dalla morte di Van Gogh, nel 2015, è stata il pretesto per la creazione di un nuovo, sorprendente intervento che riprende e sintetizza temi di progetti precedenti dello studio: nasce il Van Gogh Bicycle Path che, come il progetto fratello Smart Highway, si avvale della collaborazione di Heijmans Infrastructure dal punto di vista ingegneristico, sinergia che ha portato allo sviluppo parallelo di tecnologie come dynamic paint, interactive light, induction priority lane e road printer. Parte della pista ciclabile che connette le località piu’ significative nella vita del pittore olandese, la recente addizione tocca direttamente Nuenen, sfondo del celebre ‘I mangiatori di patate’, nella regione di Brabant. Al calare del sole, la superficie del tracciato si trasfigura e appare una serie multiforme di sassolini fosforescenti, di pulviscolo luminoso quasi sparso magicamente per le campagne.
La risposta diretta dei sensi e l’uomo sono proiettati al centro della visione dello studio, in una sintesi di valori e atteggiamenti che puntano a restituirci un’esperienza spaziale variata e ricca, opposta al depauperamento contemporaneo di sensazioni ed emozioni coinvolgenti degli spazi in cui viviamo. Dunque Roosegaarde non si limita ad innovare, ma lo fa sempre integrando un divertissement finale, che in realtà vale molto di più: ci propone la sua visione poetica e quasi fiabesca e la restituisce ed offre con rara sensibilità. In questo progetto, quindi, la tecnologia si sposa con la poetica di Van Gogh, e l’energia immagazzinata di giorno viene rilasciata sotto forma di una leggera intensità luminosa all’oscurità, evocando ‘La notte stellata’ nella sua effimera materializzazione, creando un dipinto che dura solo lo spazio di una notte.