Classe 1988, Kiana Hayeri è nata in Iran ma cresciuta in Canada, terra che l’ha accolta quando era solo una ragazzina. Non sapendo come relazionarsi alla diversa realtà canadese, sconosciuta quanto lontana dalla sua terra, sin da subito capisce che la fotografia è un ottimo strumento per comunicare, ancora migliore della parola. È così che inizia tutto.
La svolta nella sua carriera come fotografa arriva nell’ultimo anno di università quando l’artista intraprende una vita nomade e decide di partire con uno zaino in spalla alla ricerca dell’ignoto. Da questo momento, parallelamente a ciò che i suoi occhi vedono e scoprono, la sua macchina fotografica scatta e documenta.
Le sue fotografie hanno la rara capacità di raccontare storie, registrare emozioni e comunicarle visivamente.
Uno dei suoi ultimi progetti “Teheran-Ankara TransAsia Train” racconta il viaggio intrapreso sul treno che percorre la via che va dall’Iran fino alla Turchia. Un viaggio lungo tre giorni in cui l’attenzione è centralizzata sui “travellers”, gli abitanti passeggeri del treno.
Ecco che le immagini raccontano di chi va via dall’Iran alla ricerca della fortuna, di chi invece raggiunge i propri parenti già in Turchia, di chi ha un passato terribile da raccontare e di chi invece spera solo in tempi migliori. La storia dei passeggeri si può anche immaginare dalli loro bagagli: alcune famiglie si portano dietro tutta la loro vita, altri invece si accontentano di uno zainetto.
Dalla sala d’attesa fino all’arrivo nella capitale della Turchia tutto è documentato: una bambina scatta una foto con il suo cellulare, i controllori arrivano per registrare i passeggeri, c’è una signora anziana che guarda pensierosa fuori dal finestrino. Sguardi di speranza e tristezza riempiono la galleria fotografica. I semplici scatti riescono a farci capire cosa può significare lasciare la propria terra d’origine e imbarcarsi verso un futuro ignoto con la speranza di un futuro migliore.