The Lack è uno lungometraggio di produzione italiana che sta rappresentando la nazione in alcuni dei più importanti eventi riguardanti il cinema a livello europeo.
Presentato alla 71ma mostra del Cinema di Venezia e selezionato alle rassegne Appuntamento con il cinema italiano ad Istanbul 2014, Mittelcinemafest Bratislava 2014, Cinema Made in Italy London marzo 2015, ha partecipato inoltre ai festival RIFF – Reykjavík International Film Festival / New Visions, CPX:DOX – Copenhagen Documentary Film Festival / New Vision Award e MITTELCINEMAFEST 2014 Budapest.
Fino al 18 dicembre, il film farà parte dei numerosi titoli presentati alla mostra del Cinema Italiano di Barcellona, organizzata dall’Istituto Luce Cinecittà e dall’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, con il supporto della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal Consolato Generale d’Italia a Barcellona.
La rassegna, secondo la formula “Festival del Festival“, propone un assortimento di lungometraggi e cortometraggi non ancora usciti nelle sale spagnole e selezionate tra i festival di Cannes, Locarno, Venezia, Toronto e Londra, tra cui anche “Le meraviglie” e “Una canzone” di Alice Rohrwacher, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia, “Hungry hearts” di Saverio Costanzo, “Il giovane favoloso” di Mario Martone, “La mafia uccide solo d’estate” di Pierfrancesco Diliberto alias Pif.
The Lack, realizzato da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni ̶ in arte Masbedo ̶ e prodotto dalla Vivo Film di Gregorio Paonessa e Marta Donzelli, insieme con Beatrice Bulgari e In Beetween Art Film, si incentra sulla figura della donna e sul concetto di mancanza, indagato attraverso le esperienze totalmente diverse vissute dalle sei donne protagoniste dei quattro racconti che compongono la trama.
<<Nel film non ci sono comparse – spiega il duo artistico – nessuno accompagna la solitudine di queste donne, nessuno prova a temperare, estirpare , addomesticare la voce di quella mancanza>>.
Il tema affrontato si svela nelle duttili sfaccettature che lo compongono declinandosi in situazioni che vanno dalla sublimazione dell’abbandono sentimentale alla sfida simbolica con se stessi, dalla dialettica passato-futuro in un paesaggio lunare alla regressione nell’inconscio durante una seduta psico-analitica.
Il terzo episodio, in particolare, narra del viaggio reale e onirico di Xiù, che affronta con coraggio una natura brulla e faticosa per riportare un faro proiettore su un’isola deserta che gli appassionati di cinema riconosceranno facilmente come Lisca Bianca, testimone di una celebre sparizione nel film del 1960 “L’Avventura” di Michelangelo Antonioni, il poeta della solitudine tra i registi del cinema d’autore italiano.
“The Lack è nato da un sodalizio che ci ha coinvolti in un’avventura artistica entusiasmante che ci ha dato la possibilità di sperimentare oltre la esperienza videoartistica. Il nostro incontro con Beatrice Bulgari e Mitra Divshali è stato fondamentale perché dopo averci proposto la loro idea ed il soggetto del film abbiamo aperto un laboratorio di sceneggiatura che ci ha permesso di scrivere il film insieme e nel suo divenire di vivere un confronto continuo con due donne, creando così una scrittura artistica a otto mani. Il film è stato quindi un territorio continuo di creatività senza limiti, dove ognuno portava uno stimolo e ogni suggestione generava discussione, sceneggiatura, idee. Questa condizione di scrittura continua si è manifestata sino all’ ultimo ciak, nel montaggio, nella post produzione.. Oltre a impostare il film su un impatto visivo dominante abbiamo effettuato una ricerca del suono come matrice percettiva degli ambienti. Volevamo che la voce delle scene fosse radicale in tutto e per tutto, che ci fosse una dinamica snervante tra un silenzio molto malinconico e la presa diretta della natura circostante. La lava suona, il ferro suona, la pietra suona, il mare suona, il fumo suona, la fabbrica suona. Anche le musiche di Gianni Maroccolo e di Vittorio Cosma sono fondate sul battito corale della natura, sulla registrazione maniacale nel dettaglio della presa diretta.”
Masbedo