Dopo la pausa dovuta alle festività natalizie tornano in grande stile i consigli di Phases che ci segnalano ogni settimana un fotografo da condividere con voi. I riflettori, in questo primo articolo del 2015, sono puntati sul francese Thomas Hauser.
Nel 2010, in seguito alla morte della nonna, ha avuto accesso ai suoi archivi fotografici rimasti fino ad allora segreti. Le foto e gli oggetti ritrovati sono diventati quindi la fonte del suo progetto: tracce come segni da decifrare che contengono tutto ciò che non è stato detto.
Un dialogo tra un passato sfuggente ed un presente in cerca di futuro, tra foto ricevute in eredità ed altre scattate da Hauser. Si tratta della ricerca di un senso, della rinascita di un ricordo che è stato -gioco forza- reinventato e che ha come perno un lavoro di ricostruzione di una storia che non gli appartiene del tutto e che, soprattutto, svanisce non appena si provi a ricostruirla.
Sono molto interessato a ciò che sta tra la comparsa di un’immagine e la sua scomparsa. Ci vuole molto tempo per provare a cercare di scoprire l’assenza attraverso la sua manifestazione.
Questi “scambi” tra foto passate e presenti sono un tentativo di creare sezioni di tempo che siano ben impresse nella memoria. Si tratta di giustapposizioni che offrono una possibilità di sviluppo di una storia immaginaria che però ha come base di partenza degli indizi iconografici. Non importa che questi frammenti siano identificati o identificabili, ciò che conta è che ci siano e che testimonino come dalle ceneri si possa costruire un palazzo. Diverso per forza di cose, eppure con dei pilastri ben saldi nella propria storia passata. Dalla morte una nuova nascita dunque, d’altronde è il ciclo della vita.
Questi, alcuni degli scatti di Thomas Hauser.
Potete trovarne altri nell’articolo a lui dedicato su Phases Mag.