La parola geek di origine anglosassone era usata originariamente per indicare le persone che nel XIX secolo davano spettacolo durante feste e fiere con numeri eccentrici, ai limiti della follia. Non a caso questo termine si ritrova anche nel tedesco geck e nell’olandese gek, col significato di pazzo. Nel tempo la parola è passata e tornata di moda più volte ma quasi sempre ha avuto una connotazione negativa nella società, cambiando significato in relazione ai contesti. Recentemente è diventato meno spregiativo e come accade con molti termini che vengono dal basso, ha assunto la valenza di titolo onorifico in particolari sottoculture. Come per il nerd, esiste un orgoglio geek e nonostante siano molte le differenze tra i due mondi ciò che li accomuna sono il forte interesse per un determinato ambito e l’insaziabile voglia di sapere tutto su un argomento specifico, spingendo la ricerca fino a farla diventare una sorta di ossessione. A differenza del nerd, che è strettamente collegato alla tecnologia e alla scienza, si può essere geek in qualsiasi campo di interesse. Per esempio esistono geek in musica, sport, astronomia, cinema, cucina, ma anche tra i giocatori di ogni genere, tra i fruitori di fumetti, tra gli appassionati di serie televisive e ufologia. Sono molti gli ambiti in cui ci si può scoprire geek ma in alcuni casi esiste una produzione artistica che rende l’argomento – intorno al quale gira l’interesse – un oggetto di culto condiviso. È il caso dei fumetti giapponesi, della serie televisiva Star Trek, della saga di Guerre Stellari, dei supereroi americani, di alcuni videogiochi e film cult.
Il copyrighter francese Thomas Olivri, autore del volume “Geek-art – An anthology” riassume lo spirito dei geek con queste parole:
«Sono cresciuto come la maggior parte di voi : fra epici libri a fumetti, film cult, cartoni animati coinvolgenti, brillante letteratura fantasy, sorprendente fantascienza, spettacoli televisivi straordinari, incredibili videogiochi, fantastici giochi di ruolo e Star Wars. Quello che alcuni chiamano cultura pop, geekdom, roba da secchioni. E come voi, ragazzi, non ho mai dimenticato. Ho giusto cambiato il mio modo di goderne: attraverso il design grafico, l’illustrazione, la fotografia e le mostre d’arte. Perché quest’impressionante universo culturale, una volta assaggiato, non può essere dimenticato. Mai!
[…] Scoprire talenti appassionati e condividerli con il mondo è ormai parte della mia vita e sono davvero orgoglioso di quello che la Geek-Art è diventata. Geek-Art.net è il mio grido d’amore a questa straordinaria fonte di ispirazione che è la cultura pop.»
Le opere geek-art spaziano dall’illustrazione al dipinto, dal gadget all’abbigliamento, dal fotomontaggio alla gif animata. Spesso sono il frutto della fusione di diverse tecniche attraverso le quali gli artisti geek si divertono a sperimentare passando dal design alle arti visive, dalla scultura alla street-art. Un panorama infinito di possibilità combinatorie che spesso si intrecciano in configurazioni ironiche e celebrative. Uno stesso soggetto può essere reinterpretato innumerevoli volte e variare secondo lo stile dell’artista, la logica compositiva, la tecnica di realizzazione. Non semplice merchandising ma vere opere che diventano oggetto di collezione, da condividere e usare come ispirazione per crearne di nuove.
Il mondo della geek-art si basa sulla creatività celebrativa e sembra essere pura trasfigurazione pop di ciò che è diventato oggetto di culto e passione. Citazionismo, ironia e stile caratterizzano opere nelle quali passato e presente si mescolano dando vita a nuovi immaginari. Un modo e una modalità per tramandare sottoculture attraverso la reinterpretazione estetica, facendo dell’opera d’arte un costante omaggio alle origini di ciò che interessa l’artista. Creatività rigenerata dalla creatività, nuove forme visive di immaginari passati, un elogio pop ai miti postmoderni di intere generazioni.
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. Thomas Olivri, Geek-art – an anthology, Huginn & Muninn, 2013
. www.geek-art.net
. http://geek-art.tumblr.com/
. in copertina Old Superheroes di Bryan Lee