Il 31 Gennaio 2015 si è inaugurata la quarta Bienal del Fin del Mundo in Cile, nella località del Parque Cultural di Valparaiso, dal titolo “ Contrasti & Utopie”. La Biennale ha avuto l’onore di essere stata accettata, lo scorso luglio, come Membro ufficiale dell’International Biennial Association (IBA), istituzione con sede in Corea del Sud che associa le principali Biennali del mondo. Gli artisti coinvolti sono circa 60, provenienti da 25 paesi di tutto il mondo. Quest’anno l’Italia ha avuto il privilegio di essere invitato onorario, lo stesso direttore artistico Massimo Scaringella è italiano, accompagnato da un gruppo di professionisti critici e assessori internazionali.
Questa quarta Biennale, seguendo il fil rouge delle precedenti, è tutta volta ad un discorso incentrato sulle problematiche della contemporaneità e a proporre nuove prospettive all’annuale tema del “pensare, nella fine del mondo, che altro mondo è possibile”. È parte inoltre di un progetto fortemente sensibile sulle questioni legate al turismo e all’ecologia, intitolato appunto “Polo Australe delle Arti, delle Scienze, del Turismo e dell’Ecologia”.
“… La particolarità che distingue la Biennale del Fin del Mundo è il suo formato nomade, che possiede una significativa dimensione regionale e internazionale integrando paesi e città del polo australe e generando multiple esperienze di sviluppo sul terreno dell’intervento sociale attraverso le residenze e esibizioni di distinte discipline tutte di grande qualità, producendo un’importante fortificazione della scena culturale locale…”.
Quest’anno la Biennale sarà arricchita da progetti speciali, nuovi o frutto di un lavoro di continuazione di esperienze già vissute nella precedente edizione in Argentina. I curatori di queste sezioni hanno costruito una rete di poetiche internazionali partendo dai fenomeni artistico-culturali sviluppati nell’interazione della cultura priva di confini con una speciale attenzione alla video arte che presenterà un vero e proprio festival.
Le iniziative:
Prospettive italiane – le opere di questi artisti, tutti italiani, cercheranno di rendere un profilo culturale dell’Italia con una particolare enfasi sui nuovi linguaggi come espressione di una contemporaneità in vertiginosa mutazione.
Al limite del cielo ho posato i doni del bianco – è volto all’abbandono della concezione del bianco del passato e al riconoscimento del suo profondo legame con il mondo.
Identità è diversità – porta a confrontarsi con i nuovi meccanismi della globalizzazione e con il cambiamento della società. Gli artisti accolgono una sorta di sfida verso il miglioramento di tali condizioni.
Visioni elettroniche – è un progetto incentrato tutto sulla video arte, viene riposta in essa la possibilità di aprire infinite strade e rappresentare mondi possibili.
Bordi, separazioni formali e concettuali – indaga mediante il medium liquido del video le problematiche create dalla delineazione degli amovibili confini spaziali.
“Il ritmo dell’arte risiede in un posto intermedio”, è testimone di una costellazione di produzioni artistiche che ci fanno da complici e ci abilitano a parlare di un territorio altrui con solidarietà invitando lo spettatore a varcare le frontiere della sua immaginazione.