“La macchina fotografica per lei è come uno specchio attraverso il quale conoscere e raccontare se stessa.”
Matilde Minauro, è una giovane fotografa di Roma.
Matilde inizia a ritrarsi per se stessa, provando a conoscersi dall’interno verso l’esterno e a comprendersi nei sui pregi come nei suoi difetti. Successivamente nasce la voglia di esprimersi e volersi raccontare attraverso frames personali. Di lì a poco le sue foto iniziano a girare sul web, attraverso il suo profilo Instagram e la sua pagina personale su Photovogue.
Quasi mai ritratta in maniera completa, Matilde ama descriversi fotograficamente in maniera quasi intermittente, dimostrando di essere una persona molto introversa. L’obbiettivo inquadra sempre una distinta area del suo corpo, nudo o semicoperto.
I fiori rappresentano l’altra importante componente fissa delle fotografie di Matilde. Crisalidi, rose, fresie, spesso sono utilizzati per coprire nudità o creare still life dalla forte componente emotiva, tutti scelti rigorosamente nella tonalità onnipresente del bianco, quasi a voler comunicare la purezza, la fragilità e l’unicità dell’essere interiore.
Fotografie che raccontano il rapporto dell’artista con se stessa, in una continua ricerca verso la comprensione della sua anima delicata. Un diario segreto reso pubblico dall’intima forza di Matilde, che attraverso la macchina fotografica e la condivisione delle sue opere è riuscita ad affermare se stessa e credere nelle sue potenzialità di artista.
Autodefinendosi “a little imperfect creature”, Matilde ha saputo affrontare le sue debolezze interiori per imparare ad amarsi attraverso la macchina fotografica, l’unico mezzo che descrive oggettivamente l’esterno delle cose, riuscendo al contempo a comunicarne l’essenza.