La personale di Micaela Lattanzio, Fragmenta, Retrospezioni visuali, è un viaggio attraverso la complessità umana usando come mezzo primario e quasi unico la retina.
Da sabato 21 marzo fino al 21 maggio 2015 alla Ma’ Showroom gallery di Montefalco (Pg) sarà possibile addentrarsi tra i lavori dell’artista realizzati su materiale cartaceo con una tecnica simil mosaico che al tempo stesso scompone la figura umana e la ricompone in maniera frammentaria permettendo un ritorno all’immagine iniziale seppur mediante immaginazione.
Un io fragile e precario dunque quello che vuole mostrare la Lattanzio – che per questa personale si fa artigiana e fotografa allo stesso tempo – e che richiama apertamente le riflessioni di Charles Taylor sulla ricerca dell’io:
“Il soggetto moderno non è più definito solo dal potere di controllo razionale distaccato, ma anche da un nuovo potere di auto articolazione espressiva, ovvero dal potere, che a partire dall’età romantica, è stato attribuito all’immaginazione creativa.”
Questa visione olistica della realtà compone un linguaggio espressivo che modula l’immagine, in maniera sostanzialmente analogica, vista la manualità che accompagna ogni singola opera dell’artista, ma che allo stesso tempo si imprime su di un supporto fragile come la carta che Lattanzio modella e plasma, in una modalità plastico scultorea, tesa a donare profondità ad ogni singolo frammento incastonato nella composizione.
Un’ulteriore dimensione progettuale è rappresentata dalle installazioni site specific che l’artista in questi anni ha esposto, da sottolineare in particolar modo il suo intervento intitolato Where have the flowers gone, un’installazione spaziale che ricopre l’intera superficie di una stanza e che consta di ben 7.000 fiori di carta tagliati a mano, realizzata presso il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, un contenitore di differenti matrici artistiche che è stato al centro dell’attenzione mediatica nazionale ed internazionale.