Anche quest’anno torna CHEAP, il festival annuale nato nel 2013 dalla collaborazione di TPO – (teatro polivalente occupato) e Elastico, un appuntamento che prevede un’open call internazionale e una selezione di guest chiamati a lavorare su progetti site specific, ideati per valorizzare e caratterizzare il paesaggio urbano e periferico di Bologna. Il 12 aprile si chiuderà la ‘chiamata’ per la partecipazione al festival di street art, concentrato sulla poster art.
CHEAP è un progetto indipendente che promuove la street art come strumento di rigenerazione e valorizzazione degli spazi urbani e indagine del territorio. Tra gli obiettivi di questa associazione c’è quello di sviluppare strategie e programmi per la valorizzazione della street art e della public art come efficace mezzo comunicativo. Il festival consiste nel rianimare spazi istituzionali lasciati vuoti, quali le bacheche comunali del centro storico della città, restituendo una pienezza oramai dimenticata. Proprio il tema del pieno/vuoto, arricchisce i propositi degli artisti chiamati a partecipare: la call chiede di reinventare il vuoto e il pieno e, se necessario, oltrepassarlo, senza però tralasciare tutte le sfumature che intercorrono nel mezzo. Proprio per tale motivo, i colori accettati sono solo il bianco ed il nero con relativa scala dei grigi, non per porre una limitazione, ma per accentuare la sensazione di pienezza o svuotamento. Le nostre città sono sature di spunti ed impulsi che sono però pregni di contenuti poco positivi, lasciando la sensazione al passante di essere in realtà svuotato. CHEAP mira alla riappropriazione del territorio cittadino come contenitore dello spazio vitale dove è necessario lasciare un segno, un messaggio estetico o narrativo, o ancora dove è necessaria la sottrazione di qualche cosa. La partecipazione è riservata ad immagini realizzate digitalmente o fotograficamente, non importa la notorietà dell’artista, il messaggio è quello che conta.
Questa iniziativa è un esempio pieno di vita: anche dallo svuotamento possono nascere speranze e, forse proprio da questo, possono scaturire le idee più significative, in una chiamata che chiede di riallacciare i rapporti con spazi dimenticati.