“Ogni essere umano è unico, il problema della superiorità o inferiorità non esiste. Non sto dicendo che tutti sono uguali. Nessuno è superiore o inferiore, ma nessuno è nemmeno uguale. La gente è semplicemente unica e incomparabile.
Tu sei tu e io sono io.
Io devo contribuire con il mio potenziale alla vita, tu con il tuo.
Io devo scoprire il mio essere, tu il tuo”
Osho.
Le parole del maestro indiano dei discorsi spirituali sono forse le più adatte a prepararsi alla visione delle fotografie di Elise Boularan.
Nata nel 1984 a Narbonna, piccolo borgo della francia meridionale, dopo aver intrapreso la carriera artistica universitaria a Tolosa Elise si trasferisce a Parigi per fare di questa città il suo terreno di studio e ricerca fotografica.
Le sue opere nascono dal voler interpretare la realtà umana dei nostri tempi, rivelandone ciò che può definirsi il suo segreto più intimo.
Apache Palace è il progetto fotografico in continuo svolgimento attraverso cui è possibile estrapolare lo scopo della ricerca di Elise verso il nascosto. Una galleria di immagini apparentemente scollegate, per ambientazione e soggetti, accomunate da un unico filo conduttore: la natura.
Ad essere ritratti sono uomini, donne, giovani, anziani e animali ma anche terreni rocciosi, distese alberate e scorci paesaggistici.
La particolarità delle fotografie di Elise è quella di non essere mai scontate. Mentre gli alberi appaiono nudi e spogli, i soggetti sono ritratti nelle più diverse posizioni, senza regole né impostazioni rigide. Sembra che tutto ruoti attorno al tema dell’unicità e della libertà di manifestazione ed espressione.
Una sporca ma vera realtà si osserva sul corpo formoso di una donna, completamente vestita di nero, distesa sulla terra baciata dal sole.
Le fotografie di Elise Boularan sono state pubblicate su moltissime testate giornalistiche mondiali, ed esposte dagli Stati Uniti all’Ucraina. La fotografa ha anche preso parte al progetto fotografico The ones we love, di cui abbiamo già parlato.