“La fotografia è da sempre per me un atto di liberazione, di purificazione. Una sorta di processo alchemico durante il quale ciò che è ombra diventa luce.”
Nata e cresciuta ad Avola, il paese siciliano della provincia di Siracusa, Giusy Grande si forma professionalmente come scenografa, per poi approcciarsi dal 2009 al mondo della fotografia da autodidatta.
In una maniera del tutto spontanea, libera da regole e schemi accademici, attraverso questa arte Giusy si preoccupa di dare materia al trascendente, donare un’esistenza chiara e visibile a tutto ciò che abita segretamente solo la sua mente.
Già dal titolo del suo ultimo progetto “Il cielo in una stanza” possiamo provare a comprendere il suo pensiero. La canzone di Gino Paoli intonata da Mina non può che tornarci in mente, con la sua melodia leggera ed emozionante e il suo testo ricco di metafore.
Con la stessa semplicità di quella musica, Giusy racconta il microcosmo della sua stanza attraverso degli scatti in cui l’osservatore si ritrova a vivere un viaggio di libertà.
Nelle foto non è mai presente un volto, né un segno di riconoscimento che ci riconduca al personaggio ritratto. Ciò nonostante risulta ben chiaro ed evidente il riferimento autobiografico.
La fotografa racconta:
“Tutto ha sempre inizio da quelle che io chiamo “visioni”, immagini improvvise che l’inconscio spontaneamente mi suggerisce. Sono immagini cariche di simbologia e molto spesso, in un primo momento, incomprensibili ai miei occhi. Ma il bisogno primario non è quello di capirne da subito il significato occulto, ma piuttosto quello di renderle in qualche modo “esistenti”, liberarle da una condizione di totale “oscurità” per portarle ad un nuovo livello, portarle alla luce.”
Le mani, le gambe e il corpo di una donna vestita di bianco ci accompagnano in un percorso di rivisitazione di noi stessi, di svuotamento della nostra mente e realizzazione dei nostri sogni più segreti, fino a renderci totalmente puri e liberi.