Il fotografo Davide Bramante ha preso sul serio l’etimologia della parola “fotografia”. I suoi paesaggi urbani sono vere e proprie narrazioni realizzate con la scrittura della luce. Le città, soggetti principali delle sue opere, sono fotografate utilizzando la tecnica della esposizione multipla. Visioni differenti delle città, impressionate sulla stessa porzione di pellicola, si intersecano e si attraversano. Le trasparenze e le sovrapposizioni che ne risultano, conferiscono un aspetto onirico e surreale alle immagini delle città ritratte. Di New York, Shangai, Lisbona, restano le intense suggestioni, le tracce evanescenti del loro fascino.
Il tema della sovrapposizione delle immagini è riproposto nell’articolazione di NOVE. La mostra si sviluppa in due sedi espositive differenti: presso il Riso – Museo d’Arte contemporanea della Sicilia e al GAM – Galleria d’arte Moderna di Palermo.
NOVE sovrappone e mette in comunicazione le “sculture luminose” di Davide Bramante, in esposizione al Riso, con le opere di Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet, in mostra alla Gam.
Lo stretto legame dei lavori di Bramante con lo spazio geografico in cui opera, è un ulteriore aspetto della sua opera ad essere riproposto nel tessuto espositivo della mostra. Nove, come il numero degli artisti selezionati, ma anche come quello delle province siciliane. Le opere degli artisti in mostra provengono inoltre tutte da collezioni siciliane. Dalla costellazione degli elementi numerico-simbolici e dei lavori di artisti legati in un modo o nell’altro al territorio siciliano, emerge un inedito ritratto della Sicilia.
Nel titolo della mostra riecheggia anche il motivo mistico e cabalistico del numero come essenza e principio ordinatore del cosmo.
Il nove, che nella dottrina pitagorica è il numero che racchiude tutti gli altri, per la cabala ebraica è il numero perfetto, quello del regno di Dio, della beatitudine divina, della luce.