Il 9 maggio prossimo, all’interno del Festival della Luce, gli amici di Marker presentano il loro nuovo evento Alive Green Flux e – per arrivarci preparati – hanno deciso di raccontarcelo a tappe.
Questa qui sotto è la prima:
Il primo e fondamentale elemento di partenza per la realizzazione di uno spettacolo di video mappatura è “il reale”.
Il reale, in questo caso costituito dall’architettura, è infatti il fattore chiave di questa particolare forma di arte visiva, poiché è solo dall’interazione tra la materialità degli elementi architettonici e clip prodotte dall’artista che il videomapping prende origine. Per questo motivo le prime fasi di sviluppo di un mapping si concentrano principalmente sullo studio e l’assimilazione dell’archittetura della superficie su cui si intende lavorare: prospetti, piante, tavole tecniche, fotografie e misurazioni si mischiano, si confrontano e si sovrappongono per riuscire a fornire un elaborato grafico bidimensionale il più simile possibile simile al “reale”.
Simile, non uguale, perché il videomapping è sempre un processo di trasfigurazione, cambiamento, riletture, mai di passivo adeguamento.
La fasce successiva dello studio dell’architettura risulta altrettanto importante e ha l’obiettivo di creare una gerarchizzazione degli elementi che compongono la superficie di proiezione; divisioni per piani, per elementi, simmetrie, asimmetrie e profondità sono i punti chiave per la corretta creazione dello schema al quale si riferiranno, successivamente, tutti file di lavoro.
Una volta eseguiti i passaggi precedenti, occorre concentrarsi sulla creazione del modello 3D, ovvero sullo sviluppo di un elaborato digitale che annette al bidimensionale il terzo asse: la “Z”; questo permette perciò di confrontarsi anche con le profondità e le estrusioni dell’edificio.
–Marker e Antimateria