L’Expo, si sa, ha ormai catalizzato l’attenzione internazionale e ha ridotto Milano ad un parco giochi tematico. Come ha polemicamente affermato uno degli autori originari del masterplan dell’area, Jacques Herzog, l’Esposizione Universale si è tramutata in ‘un’obsoleta fiera delle vanità’.
These expos have become huge shows designed merely to attract millions of tourists. What a bore and a waste of money and resources!
Jacques Herzog
In realtà un evento di tale portata, per quanto discutibile sia dal punto di vista urbanistico-architettonico, che sociale ed economico, ha in qualche modo influito su interventi più lungimiranti, volti ad incidere significativamente sul tessuto della città stessa.
Ecco alcune delle opere architettoniche, che hanno recentemente arricchito il patrimonio urbano e culturale di Milano.
La Fondazione Prada.
Inaugurato da qualche giorno, questo spazio progettato da OMA è un ottimo esempio di recupero di un’area industriale. Situato nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19.000 mq. I vari edifici che lo compongono, di cui 7 preesistenti e 3 nuove costruzioni, hanno una vocazione prevalentemente espositivo-artistica e culturale. Già celebre è il Bar Luce, progettato dal regista Wes Anderson, seguendo i medesimi principi di quell’estetica sognante che contraddistingue i suoi lavori cinematografici. L’intervento, in generale, è molto accurato e discreto -ad esclusione della torre, emblematicamente rivestita d’oro- e dimostra una volontà di dialogo tra l’esistente e il nuovo molto raffinato e sottile, invece che il tipico contrasto spesso esasperato in questo tipo di progetti.
La Casa della Memoria.
Si tratta di un edificio particolare, destinato ad ospitare le diverse associazioni che si confrontano con i temi della memoria, appunto, in relazione alla conquista della libertà e della democrazia nel secondo dopoguerra. Il progetto dello Studio Associato Baukuh, risultato vincitore del concorso indetto nel 2011, vuole essere un archivio aperto, accessibile e continuamente re-interpretabile, attraverso la dicotomia tra permanenza architettonica e aleatorietà contenutistica. Le facciate creano un involucro compatto, su cui sono rappresentate immagini anonime affiancate ad immagini solenni, che richiamano la memoria storica della città di Milano. L’interno invece è più pacato, e i vari piani sono uniti da una scala-vite dal forte colore giallo, fulcro della struttura.
Il Museo delle Culture
Un’altra interessante operazione di recupero di archeologia industriale è quella firmata dall’architetto inglese David Chipperfield, nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona. Il MUDEC è stato oggetto, nei mesi precedenti la sua apertura avvenuta lo scorso marzo (nonostante la vera e propria inaugurazione sia stata rimandata ad ottobre), di aperte contestazioni tra Chipperfield e il Comune di Milano, per la non totale aderenza della realizzazione rispetto a quanto previsto dal progetto. Il risultato, in ogni caso, è uno spazio versatile e di valore culturale ed urbano, che potrebbe innescare nuove dinamiche ‘internazionali’ nel capoluogo lombardo.
Museo della Pietà Rondanini
Da qualche giorno, la Pietà Rondanini ha un nuovo spazio espositivo tutto per sè. Ha lasciato il suo celebre allestimento nella Sala degli Scarlioni del Castello Sforzesco, progettato negli anni ’50 dai BBPR, per trovare posto nel restaurato ex Ospedale Spagnolo, in una sala affrescata, coeva alla scultura. L’architetto Michele De Lucchi ha studiato un allestimento essenziale che enfatizza la parte posteriore dell’opera -la schiena della Madonna-, e restituisce, una seconda volta, la scultura alla città. Accese sono state le polemiche legate al trasferimento, nonostante l’allestimento originale tanto elogiato fosse già stato compromesso da interventi successivi e da barriere architettoniche.
Il ripristino delle opere in Parco Sempione.
Parco Sempione è uno dei simboli di Milano. È un parco ottocentesco e, come tale, ha una matrice fortemente antropica e ha ospitato storicamente diverse installazioni e padiglioni, oggi in parte perduti. Di questi sono stati da poco restaurati i Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico, i quali hanno ritrovato il vivace splendore originario dopo anni di incuria ed un tentativo di recupero poco riuscito (nel 2010), mentre è in cantiere la discussa ricostruzione del Teatro Continuo di Alberto Burri, smantellato nel 1989 perchè degradato e ora riproposto in occasione del centenario della nascita dell’artista.