Fino al 3 agosto 2015, nell’immensa cornice del Grand Palais, avrà luogo l’esposizione più attesa dell’anno: una grandissima retrospettiva sull’ “enfant terrible” della moda, Jean Paul Gaultier. Un’esposizione che non si compone solo di abiti, ma soprattutto foto, quadri e musica, animazioni e divertenti passaggi interattivi.
Nato nel 1952 nel paesino di Arcueil della Valle della Marna, già da bambino mostra segni di acuta creatività e spirito; usa rifugiarsi nel salone di bellezza di sua nonna, musa d’ispirazione da sempre, ed è incantato dalle ballerine delle Folies Bergère. Ama decorare con reggiseni di carta il suo orsetto “Nana”, ma la sua vocazione da couturier arriva con Il film Falbalas di Jacques Becker che apre i suoi occhi verso l’immenso universo dell’alta moda femminile francese degli anni 40.
Il suo tocco irriverente, fuori dai canoni ancora troppo garbati e costringenti degli anni 70, impressionò da subito i suoi colleghi. La sua carriera prende il decollo nel 1976 spinto dal suo compagno Francis Menuge.
Il tema marino, il punk, il cinema e la street culture: tutto il mondo Gaultier sembra un insieme di contraddizioni ben equilibrate, dove lo spirito ribelle si mescola all’eleganza dell’alta moda in una maniera del tutto nuova. La Parigi della Belle Epoque e i cabaret di Pigalle si uniscono alla Londra avanguardista degli anni 60. L’uomo indossa la gonna e la donna un completo. Non c’è limite, non esiste differenza, solo personalità da vendere.
Quando i primi corsetti sfilano in passerella, il couturier viene assalito dalla critica che lo giudica antico e poco rispettoso nei confronti delle donne, ma in realtà il corsetto secondo Gaultier è simbolo di predominanza femminile, segno di potenza ed emancipazione, forza e carattere.
“Il corpo è un oggetto selvaggio che noi possiamo domare, curvare a nostro piacere. Non bisogna più subire il proprio corpo ma al contrario farne uno strumento appariscente, un arma formidabile e seducente”
La conoscenza di Anna Pawlowski, Inès de la Fressange e Farida Khelfa – senza parlare delle collaborazioni con artisti come Boy George, Prince, Pedro Almodovar o Luc Besson – sono solo altre fasi non certo meno importanti di una carriera difficile da sintetizzare senza far torto al talento.
Talento che potrete ammirare in questa decima tappa del tour della mostra dedicata a Gaultier che ha avuto inizio a Montreal nel 2011 e da allora ha attirato quasi un milione e mezzo di visitatori a Dallas, San Francisco, Madrid, Rotterdam, Stoccolma, New York, Londra e Melbourne di recente e che, dopo Parigi, si recherà in autunno a Monaco di Baviera.