Dal 14 Giugno al 16 Luglio, Accesso Galleria Pietrasanta ospiterà la personale dell’artista altoatesino Bruno Walpoth intitolata L’emozione del silenzio.
L’artista, che ha come base lavorativa Ortisei, è riuscito a far riscoprire la scultura lignea all’arte contemporanea riuscendo ad infondere in un materiale arcaico nuove visioni ed idee.
La galleria toscana ospiterà dieci figure umane a cui l’artista ha dato vita dal legno di tiglio. I corpi, che sono riproduzioni di persone realmente esistenti con le quali l’artista ha interagito o semplici sconosciuti, sembrano sospesi nel tempo, i volti assumono espressioni che sembrano assopite in pensieri difficilmente intellegibili, enigmatici e poetici. La ricerca dell’artista verte sulla rappresentazione dei suoi stati d’animo, situazioni psicologiche a cui cerca di dare spessore e spiegazione mettendo in rilievo anche le movenze del corpo che ad esse sono associate. I busti o mezzi busti, rappresentati con semplicità del tratto e dello scalpello, assumono tipologie fisiognomiche ben precise, ma mai scontate, anzi estremamente caratterizzanti, quasi a voler rappresentare le fisicità di tutti i corpi. I volti assorti hanno gli occhi chiusi, quasi in meditazione o lo sguardo rivolto verso un altrove che non appartiene alla realtà, ma è all’interno dell’inconscio, al dubbio dell’esistenza. Le statue lignee sono posizionate su piedistalli colorati o in atmosfere che azzerano qualsiasi riferimento spazio-temporale, ricreando una sensazione di assoluta staticità e inquieta ricerca. Sembra che le figure siano state rallentate e poi bloccate da un improvviso stop motion che le ha colte in un momento di ricerca esistenziale silenziosa. Le figure di Walpoth emerse dal legno non cercano di catturare lo sguardo, ma trasmettono quella tipologia di forza vitale che solo il contatto visivo può dare. Girando tra le istallazioni, infatti, si è colti dal dubbio e dal silenzio, dalla linfa che un tempo scorreva nel legno, che restituisce la potenza della nature e la sua forza evocativa.
A differenza di soggetti in posa per fotografie o ritratti, questi personaggi lignei, che lungi dall’essere burattini non sembrano artificiali, anzi, la loro verosimiglianza è proprio frutto del loro aspetto vulnerabile. Sotto questo punto di vista, la scelta del legno è lungimirante in quanto conferisce forza e morbidezza ai corpi e riesce a rappresentare la propensione verso lo slancio, la mutevolezza dello spirito, l’inquietudine dell’animo, accettando egli stesso la sfida della creazione e ponendola in dubbio. Lo stesso dubbio, citato da Brecht, visto come preludio all’atto, ponderato e che quindi avrà buon fine.