Julien Pacaud è un artista e illustratore francese che vive e lavora a Parigi.
Dalla sua biografia sembrerebbe uno scienziato surrealista, intento nella ricerca di modi per viaggiare nel tempo, un astrofisico e ipnotista. Sicuramente si tratta di un personaggio sognatore e visionario, che con la sua arte ha deciso di dare luce ad un mondo interiore e a fantasie che sono frutto della sua mente e delle sue esperienze.
Le immagini rivelano, infatti, una ricca attitudine all’immaginazione, al rifugiarsi in mondi altri. Le sue opere consistono in astrusi collage che cercano di ricreare possibili mondi senza tempo e senza spazio, o ipotetici viaggi temporali vissuti nella sua fantasia. In realtà l’artista spiega che le sue opere sono frutto di accostamenti contrapposti di epoche, stili e forme, che cercano di dar vita a mondi paralleli ed ironici. Le opere, infatti, hanno tutte un sapore retrò conferito dai colori e dalla scelta dei personaggi, che sembrano essere stati rapiti da epoche passate.
La figura umana per Pacaud è centrale, i corpi assumono posizioni dominanti e proporzioni spropositate. Le ambientazioni sono futuristiche e straordinarie, dove elementi di natura selvaggia si accostano alla perfezione a geometrie consistenti e speculari che conferiscono alle immagini una forte valenza grafica.
Gli animali divengono umani e gli umani possono assumere sembianze bestiali. La presenza di animali in ambienti inusuali, conferisce un alone ironico e bislacco alle sue opere. Sembra quasi che Pacaud voglia organizzare il caos che lo circonda tramite le opposizioni, di indagare le possibilità della mente, della casualità dei luoghi, della fantasia.
Le sue opere sono state fortemente influenzate dal movimento dadaista, dal surrealismo di Magritte, dalla sua ripetitività e organizzazione dello spazio pittorico mescolato a elementi cubisti.
Pacard elenca tra le sue ispirazioni giovanili la musica e le cover dei dischi dei Pink Floyd, ma soprattutto i film di David Lynch che sono stati per lui propulsori di idee e suggestioni. La sua arte è fatta di una ricerca eclettica che, tuttavia, non toglie spazio al suo particolare punto di vista.