Il progetto Totallylost nasce da un’iniziativa di Spazi Indecisi, associazione che dal 2010 indaga il tema degli spazi in abbandono in Italia e della rotta culturale europea Atrium. Esso consiste in una call rivolta a fotografi, videomakers ed esploratori urbani a proporre materiale che riguardi le architetture in abbandono dei regimi totalitari, disseminati sul territorio europeo; il contributo richiesto si avvale di operazioni di mapping fotografico e visivo, che esprimano un punto di vista nella rilettura critica di un patrimonio architettonico di valore costituito oggi da ex palazzi di potere, sedi di partito, rifugi militari, scuole, aeroporti e memoriali. Le fotografie e i video pervenuti entro dicembre 2015, saranno valutate e premiate da una commissione e faranno parte di una esibizione itinerante.
Nella delicata questione del “cosa fare” della polverizzata rete degli edifici in abbandono in Europa, il tema della call circoscrive una serie di problematiche che queste architetture portano con sé, nell’immaginarne un possibile futuro. La prima riguarda quei tipi di manufatti che hanno un impatto di scala e di linguaggio particolarmente incisivo sul contesto; queste costruzioni assumono spesso un carattere di assolutismo verso l’intorno, sia esso un paesaggio o una città. È proprio questo carattere distopico che carica di suggestione questi frammenti del passato: pensiamo al proliferare dei bunker socialisti, oltre 300.000, nell’incontaminato paesaggio albanese che ci parlano della paranoia in cui versava il dittatore Enver Hoxha di subire un attacco dal blocco americano.
Ma la questione più controversa risiede nel fatto che questi “relitti” assumono oggi il ruolo di “patrimonio scomodo” a causa del loro assurgere a simbolo negativo della storia della democrazia nel nostro continente. La domanda posta dal bando è quanto mai fondativa nel provare a ipotizzare il prosieguo di questi edifici: è possibile una rigenerazione simbolica di questi manufatti, tali da trasformarli in contenitori di democrazia e libertà sociale, operando un ribaltamento del loro significato originario? È possibile scardinare la damnatio memoriae alla quale questi prodotti della cultura europea sono stati sottoposti?
In quest’ottica bisogna riconoscere che queste architetture portano con sé valori apolitici, che, oggi, ad una ragguardevole distanza temporale dalle loro funzioni originarie, a volte discutibili, è possibile individuare con uno sguardo più distaccato. Queste costruzioni sono figlie dell’ingegno umano, in un particolare contesto in cui è stato possibile sperimentare per architetti, artisti e ingegneri, soluzioni spaziali, costruttive e stilistiche completamente nuove, secondo un punto di vista spesso visionario e con una chiara strategia di pianificazione alle spalle.
Abbiamo intervistato Francesco Tortori dell’associazione Spazi Indecisi, per scoprire qualcosa in più riguardo al bando e alle dinamiche che lo hanno generato.
Massimiliano Cafagna, bunker socialista ad Apollonia
Come nasce il progetto Totallylost, quali sinergie hanno permesso la realizzazione di questo interessante evento?
TotallyLost nasce in seno alla Rotta Culturale ATRIUM – Architecture of Totalitarian Regimes of the XX Century in Europe’s Urban Memory fondata nel 2013 a Forlì e riconosciuta nel 2014 dal Consiglio Europeo che da subito ha creduto nel progetto.
È il frutto dell’osservazione del territorio in cui viviamo, la Romagna. Un territorio costellato di frammenti di un variegato patrimonio architettonico “scomodo” di cui fanno parte sia architetture espressione diretta del potere come sedi di partito, luoghi di propaganda, industrie belliche, sia edifici apparentemente “innocui” come scuole, colonie e chiese che esprimono talvolta la matrice autoritaria e il contesto politico in cui sono stati progettati e costruiti. Per allargare i confini della ricerca era necessario pensare TotallyLost come un percorso collettivo che coinvolgesse dal basso fotografi, videomakers, architetti ed esploratori urbani, appassionati come noi di luoghi carichi di storie e Storia. Il fulcro operativo e il valore stesso dell’esperienza di TotallyLost sono proprio da individuare in questa relazione diretta.
Massimiliano Cafagna, bunker socialista albanese
Siete giunti alla seconda edizione di questa call, quali riflessioni sono scaturite dal materiale prodotto dai partecipanti della prima edizione?
Mentre scoprivamo luoghi suggestivi attraverso le fotografie inviate ci siamo resi conto che Totally Lost non era una mostra. Era una vera e propria ricerca collettiva a cui avevano partecipato 200 fotografi da 11 Paesi europei, mappando attraverso 40 video e oltre 2000 fotografie oltre 250 luoghi da “dimenticare”. La fotografia è stata il filtro attraverso cui riflettere sul rapporto fra questi luoghi e il contesto geografico e culturale in cui ora sono. Ci siamo chiesti e abbiamo domandato, attraverso la mostra realizzata all’interno dell’ex deposito ATR, se questo patrimonio architettonico sarà mai libero dall’ideologia che l’ha prodotta, diventando contenitore di nuovi e democratici contenuti. Chiaramente TotallyLost non ha l’ambizione di chiudere con il passato, dando risposte, ma porre domande sul nostro presente e sul futuro di questo luoghi.
Massimiliano Cafagna, torri di raffreddamento, Fier, Albania
Il bando pone l’attenzione sul mapping come momento centrale nell’approcciarsi agli edifici in abbandono. Per quale motivo ritenete quest’operazione fondamentale nel progetto di riscoperta delle architetture totalitarie?
L’esplorazione è il momento conoscitivo per eccellenza dei luoghi ai margini in quanto permette di entrare in intimità con il luogo, di sentirne le vibrazioni. Da questo sentire empatico nasce la riflessione e l’intervento nelle sue infinite sfumature. Lo stesso luogo può essere ristrutturato, riattivato temporaneamente, valorizzato culturalmente, lasciato all’abbandono o addirittura abbattuto. La chiave è il processo.
Per le architetture di TotallyLost tale processo è ancora più complesso a causa del peso del passato e della diversa consapevolezza con cui si guardano questi luoghi nei diversi contesti geografici. Al momento l’obiettivo del progetto è portare alla luce questo patrimonio “scomodo”, anche in contesti meno legati all’esplorazione urbana, per rileggerlo in chiave contemporanea e renderlo patrimonio a livello culturale. Speriamo che questa fase possa generare, in seguito, nuove visioni.
Massimiliano Cafagna, T.E.C., Fier, Albania
È interessante notare come il tema dell’architettura abbandonata dei regimi totalitari, per la caratteristica di riguardare la stragrande maggioranza delle nazioni europee, si trasformi in un campo fertile per l’agognata ricerca di un’identità culturale del nostro continente. Come pensate di utlizzare il materiale che riceverete dalla call in questo senso?
Le fotografie, i video e le interpretazioni artistiche e creative di questi luoghi andranno ad arricchire la mappatura presente sul portale www.totallylost.eu e produrranno una nuova mostra itinerante che vorremmo nel suo viaggiare per l’Europa raccogliesse stimoli ed esperienze di riappropriazione culturale e fisica di questi luoghi. Luoghi che, dopo un periodo di abbandono, sono riusciti ad aggregare nuove energie e che ora generano nuove narrazioni democratiche. Questa riappropriazione culturale delle architetture e delle ideologie totalitarie del 900 a cui sono legate può davvero essere un elemento per la costruzione dell’identità del nostro continente, superando attraverso il dinamismo un tema comunque determinante come la memoria storica.
Massimiliano Cafagna, T.E.C. sala macchine, Fier, Albania
Come si inserisce il progetto Totallylost nel quadro delle numerose iniziative che spazi indecisi propone dal 2009 in merito alla controversa questione dell’abbandono in Italia?
Fortunatamente il dibattito sui luoghi in abbandono è davvero molto vivo e crediamo che le numerose realtà che se ne occupano in tutta Italia, tutte con il proprio personale approccio e contesto, siano state uno stimolo anche per alcune iniziative delle istituzioni.
L’esperienza di Spazi Indecisi è ricca in quanto povera (economicamente) perché ci costringe a sperimentare approcci a costo 0. Spazi Indecisi ha deciso così di sperimentare interventi di valorizzazione dei luoghi in abbandono, innescando processi di rigenerazione urbana leggera attraverso dispositivi culturali che ibridano i diversi linguaggi contemporanei.
Totally Lost è uno di questi dispositivi culturali che trasformano i luoghi in abbandono, prima esplorati e documentati, in un campo di indagine e di ricerca per artisti, fotografi, architetti, urbanisti, paesaggisti e cittadini, mettendo in relazione passato, presente e futuro e producendo una riflessione contemporanea che solo le arti (nella loro accezione più ampia) possono generare.
Ogni luogo in abbandono rappresenta una ferita dei nostri tempi. Molti meritano l’abbandono o la demolizione, alcuni una seconda vita, altri di divenire memoria.
Con “In Loco – il museo diffuso dell’abbandono in Romagna” abbiamo scelto quali tramandare, senza salvaguardare i muri, ma il patrimonio estetico, emozionale e culturale attraverso l’elaborazione concettuale diun museo senza pareti o cancelli, una guida turistica alternativa e in divenire, che riconnette il territorio ai margini attraverso percorsi inediti. I luoghi mappati attraverso TotallyLost presenti in Romagna hanno così dato vita a due itinerari che stimolano l’esplorazione diretta e forniscono una lettura del territorio ai margini.
Artwort augura il meglio per il successo della call e della vostra associazione, buona esplorazione a tutti i partecipanti.
Credits
Le fotografie sono di Massimiliano Cafagna © – tutti i diritti riservati.