La Camera. Sulla materialità della fotografia è il progetto espositivo curato da Simone Menegoi, che indaga gli aspetti corporei e materiali della fotografia.
Scultura e fotografia, nonostante la radicale diversità espressiva, sono spesso legate da un filo diretto. Il legame non solo riguarda l’idoneità della fotografia alla rappresentazione e documentazione di opere scultoree, ma anche l’inaspettato carattere “scultoreo” della fotografia. La segreta materialità della fotografia, celando un’apparente oggettività e fedele rappresentazione del reale, diventa protagonista assoluta. L’ambizioso progetto raccoglie i fotografi che lavorano sul carattere formale e materiale del supporto fotografico e sperimentano originali processi di stampa, nonchè sistemi inediti per impressionare le pellicole. I lavori sono ulteriormente interessanti se si pensa al processo di smaterializzazione dell’immagine fotografica avviato dal digitale: l’abitudine ad immagini prive di supporto ha compromesso ogni rapporto con il dato materiale.
Le polaroid corrosive di Paolo Gioli, i dagherrotipi di Evariste Richer, i monotipi a getto d’inchiostro di Justin Matherly, le stampe al platino di Paul Caffell, le fotografie sferiche di Attila Csörgő, le costruzioni in vetro fotosensibile di Johan Österholm, sfidano gli stereotipi più comuni con cui viene solitamente concepita la fotografia. La fotografia non è un semplice specchio della realtà, ma un oggetto complesso che con la realtà interagisce attivamente e la modifica.
Recap:
29 gennaio – 28 febbraio 2016
Palazzo De’ Toschi – Bologna
LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia