Hell23 è un’installazione live risultato di una collaborazione tra l’artista visiva e performer Samantha Stella (fondatrice di Corpicrudi) e il musicista Nero Kane.
Nata dalla suggestione di un viaggio sciamanico nei meandri oscuri dell’Aldilà, Hell23 è dedicata alle figure delle antiche sacerdotesse, con particolare riferimento alla Sibilla Cumana, veggente e sacerdotessa di Apollo in possesso di poteri divinatori da lui conferiteli. Un’invocazione aperta ad accogliere le innumerevoli riflessioni dettate dal fascino della morte sotto lo sguardo della divinità greco-romana Apollo, dio delle Arti, della Musica, della Poesia e della Profezia, ma anche seminatore di morte e distruzione come descritto nell’Iliade di Omero. Il mito narra che Apollo si innamorò della Sibilla di Cuma per la sua bellezza. Volendola possedere le offrì in cambio eternità, la vergine rifiutò di concederglisi e Apollo per vendetta le accordò eternità ma non giovinezza.
Hell23 sarà presentato negli spazi milanesi di OEDstudio e presso Arkovo studio di Enrico Ghezzi ed Emiliano Montanari nell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Abbiamo incontrato i due artisti per parlare del loro progetto.
Come è nata la collaborazione tra Samantha Stella e Nero Kane? Cosa vi ha portato a collaborare a questo progetto?
SS – La collaborazione è nata con la richiesta che ho ricevuto da Nero Kane di curare la parte video per il lancio dell’album Lust Soul del suo ultimo progetto rock-wave NERO, pubblicato lo scorso gennaio. Sono nati due videoclip con mia regia e di cui sono anche co-protagonista con lui, Tomorrow Never Comes e No Sense of Crime. Dalla coesione di visioni e intenti e dall’idea di strutturare altri progetti insieme, abbiamo dapprima dato origine ad un nostro blog comune, poi è nata l’idea di lavorare ad una mia installazione live con sua musica dove performare insieme. Non è la mia prima collaborazione con musicisti. Ottenni il permesso da Clint Mansell di usare il suo brano Lux Aeterna dalla colonna sonora di Requiem for a Dream per una omonima personale Corpicrudi nel 2007; utilizzai musiche di Christian Rainer per un evento ad AltaRoma AltaModa nel 2008; sino agli ultimi anni dove ho strutturato con il coreografo Matteo Levaggi progetti con bands dal sound scuro come gli italiani The Death of Anna Karina (Teatro Elfo Puccini, Milano 2014) e gli americani Von Haze, duo del chitarrista dei più conosciuti Death in Vegas (Ace Museum, Los Angeles 2014). In questi ultimi progetti il corpo stesso dei musicisti diventa parte dell’installazione estetica e sonora presentata nello spazio scenico. Non un loro concerto quindi con mia azione, nè una performance con loro musica, ma ciò che io definisco una “installazione live” che possa evocare, nella commistione degli elementi, una suggestione e una riflessione sulle tematiche affrontate a livello concettuale.
NK – Come diceva Samantha la collaborazione è scaturita fondamentalmente per creare una parte visiva con la quale supportare la mia musica e promuovere l’uscita del mio nuovo album Lust Soul. Ci terrei però a sottolineare che in primis, ancor prima di iniziare a lavorare concretamente ai due videoclip, la cosa che da subìto ci ha avvicinato è stata la condivisione di visioni e suggestioni, oltre che di semplici gusti musicali, stilistici e artistici. Spesso dal nostro dialogo scaturivano nuove idee e nuovi stimoli per pensare ad ulteriori progetti. Da un video si è quindi velocemente passati al secondo e poi alla creazione del blog e all’idea di Hell23. Diciamo che ogni step è stato affiancato da una naturale ideazione di quello successivo. Quello che ci ha portato a collaborare all’installazione live di Hell23 è stato fondamentalmente il nostro comune interesse per determinate tematiche e forme artistiche che indagano il tema della Vita e della Morte, e per la nostra passione per i miti classici e per il mondo antico in generale con particolare interesse per l’epoca greco-romana e per la cultura neo-classica.
Musica e danza sono probabilmente le prime forme artistiche apparse nella storia dell’uomo. Nonostante il loro legame immediato, immagino sia estremamente complesso costruire una architettura solida utilizzando due elementi così sfuggenti. Come ha preso forma Hell23?
SS – In verità l’utilizzo di diverse forme artistiche è una cifra stilistica che mi appartiene in modo naturale. Da sempre con Corpicrudi, nelle numerose collaborazioni e nei miei ultimi progetti solisti ho esplorato la coesione di diversi linguaggi ed elementi che concorrono a costruire un unicum. Foto, video, scultura, installazione, performance. Più che di danza nel mio caso parlerei di un’azione e di un’estetica che si sviluppa con precisi riferimenti simbolici ricorrenti. Hell23 ha preso forma dalla creazione di un soundtrack apposito da parte di Nero unendo la parte testuale del mio brano preferito del suo album, Spirits, con una sua nuova traccia inedita, appunto la #23 presente nel suo archivio. E dalla volontà di esplorare i meandri oscuri di un nero Aldilà che affascina la mia (e la sua) ricerca artistica. E ancora, dal desiderio, egocentrico quanto sincero, di metterci a nudo insieme in una comune creazione. Hell23 nasce in primis da un invito che ho ricevuto a performare nello spazio Arkovo di e g h, progetto web-cinematico di Enrico Ghezzi ed Emiliano Montanari nell’Auditorium Parco della Musica di Roma, di cui stiamo definendo la data. Nel frattempo sarà presentato negli spazi milanesi di OEDstudio il prossimo 8 giugno alle h. 21.
NK – Hell23 ha preso forma da una registrazione che ho fatto negli ultimi mesi e che si rifà ad alcune colonne sonore presenti nei film del regista Jim Jarmusch. Suggestionato profondamente da quesi suoni ho deciso di provare a lavorare su un unico e lungo brano (circa una ventina di minuti) composto esclusivamente da una lenta e cupa traccia di chitarra. Una sorta di litania che all’inizio doveva presentarsi come un semplice brano strumentale, ma che poi, su richiesta di Stella in seguito alla proposta ricevuta da Arkovo, abbiamo adattato al testo del brano Spirtis che poteva ben inserirsi nella trama musicale e nel concept che stavamo ideando. Il sound di Hell23 si accosta a qualcosa di sciamanico, di evocativo e proprio per questo può essere integrato da uno spettacolo di danza come rimando ai riti più o meno religiosi che da sempre fanno, e hanno fatto parte, del mondo culturale di tutte le comunità.
Per la realizzazione di questo lavoro vi siete ispirati alla letteratura classica e omerica, e al cinema indipendente di Jim Jarmusch. In che modo avete conciliato questi due campi che sembrano così distanti?
SS – Il riferimento alla cultura greco-romana e poi neoclassica da sempre ricorre nei mie progetti. In questo caso il rimando è alla figura della Sibilla Cumana, veggente e sacerdotessa del dio Apollo, dio delle Arti, della Musica, della Poesia e della Profezia, ma anche distruttore come descritto nell’Iliade di Omero. Ero molto intrigata da questa doppia valenza di una divinità che è sia protettrice della bellezza insita in ogni forma d’arte (in questo caso anche, pertinentemente, della Musica), sia seminatrice di morte. Da qui la suggestione di un viaggio sciamanico in territori abitati da oscuri spiriti invocati attraverso i poteri della Sibilla. Non trovo affatto distante il riferimento alle due colonne sonore dei film di Jim Jarmusch cui si è ispirato Nero, Dead Man (film che amiamo entrambi e che ho utilizzato nella mia precedente installazione live Sinfonia in Rosso a cura di Francesca Alfano Miglietti) è in primis un simbolico viaggio di morte tra gli spiriti della natura; Only Lovers Left Alive narra dell’amore tra due vampiri che dalla morte altrui traggono il loro essenziale nutrimento.
NK – L’unione di questi due campi è nata semplicemente ascoltando la mia registrazione di Hell23 e interpretando quello che ci stava comunicando. Samantha da tempo usa dei rimandi classici nelle sue performance e anche in questo caso voleva mantenere questo tipo di legame. Seguendo le suggestioni che scaturivano dal brano abbiamo quindi iniziato ad associare la musica a qualcosa che potesse legarsi all’idea dei riti divinatori e, complici i miei passati studi in Beni Culturali, abbiamo iniziato ad indagare sulla figura di Apollo e su quella leggendaria della sacerdotessa legata al suo culto. Da lì siamo giunti ad aggiungere una parte testuale al brano in modo da rendere ancor più l’idea di una invocazione fatta durante un rito sacerdotale, e andando a riprendere i versi di Spirtis che di per sé è già un brano che parla di contatto tra il mondo umano e quello sovrannaturale. Il rimando ai film risiede in primis nel legame musicale che accosta Hell23 alle soundtracks citate e, in secondo luogo, nell’aspetto di eternità che scaturisce soprattutto dal film Only Lovers Left Alive. I vampiri, oltre che esseri che traggono vita dalla morte, sono entità praticamente immortali e che hanno conosciuto e attraversato qualsiasi epoca. Esseri a tratti semi-divini. ma al contempo profondamente terreni, proprio come la figura della Sibilla Cumana.
Nonostante le atmosfere cupe e oscure che Hell23 sembra evocare, nel tuo lavoro c’è un chiaro riferimento all’ideale classico di bellezza armonica e lucente, come se l’unico modo per cogliere il bello nella sua purezza fosse rappresentarne il negativo. Si tratta di una precisa presa di posizione estetica?
SS – Trovo interessante questa tua considerazione. Sono sicuramente attratta dal sottile equilibrio e dalla commistione tra gli opposti, come se banalmente nel bianco ci fosse il nero e nel nero ci fosse il bianco. Vita e Morte, Bene e Male, che sono poi i primi e costanti elementi con cui ci troviamo a dialogare e a confrontarci nel nostro percorso esistenziale. Propendo verso un’Idea di Bellezza (e di Amore) eterna, che ritrovo ben espressa nei canoni della cultura occidentale classica in cui sono cresciuta, ma è un’Idea platonicamente utopica in termini di mondo oggettivo e come tale nella forma reale è viziata, impura.
Hell23 di Samantha Stella e Nero Kane
OEDstudio – Milano
8 giugno