In una parete della nota Tomba del tuffatore a Paestum è affrescato un banchetto in cui un uomo fa un’avance a un ragazzo, che con la mano lo respinge. Questa è una delle primissime immagini raffiguranti l’omosessualità nell’arte. Se nell’antica Paestum le relazioni tra omosessuali erano diffuse ed accettate sopratutto tra uomo (erastes) e giovane (eromenos), oggi siamo più abituati ad essere tempestati da immagini sull’erotismo eterosessuale. Tra questa massa di input, c’è chi si distingue raffigurando l’omoerotismo con mano raffinata e gentile. Dall’1 settembre la Burning Giraffe Art Gallery di Torino dedicherà a Fredster una personale, a cura di Giuseppe Savoca, con i suoi più importanti lavori.
Nato nel Nord della Francia, Fred Fredster ha studiato in Belgio arte e graphic design. Ora vive a Nantes e da circa dieci anni il disegno è diventato per lui un’attività necessaria. Il suo orientamento omosessuale fa solo da sfondo alla primaria necessità di rappresentare i suoi progetti: silhouette fantasmatiche tracciate a pennarello su carta.
I disegni di Fredster giocano con l’omoerotica tratta da internet trasfigurandola attraverso l’uso di tinte pastello accese e nette, mettendo in discussione le identità di genere, gli archetipi della virilità, dando così vita a un’esplorazione di nuove immagini di mascolinità.
Spaziando nei liberi percorsi dei temi della sua ricerca, Fredster costruisce una mitologia tutta personale partendo dai pennarelli o da schizzi con tecniche interamente digitali. Gli uomini rappresentati, tra cui compare un autoritratto qua e là, si muovono in gesti contorti, liberi e allo stesso tempo fragili. Traendo spunto dal lavoro di un Cocteau post-punk e malinconico, il suo intento è trattare l’omosessualità e il desiderio usando un tratto etereo e tinte dal gusto onirico. Come tanti marshmallow nel mondo dei balocchi gli uomini dai volti appannati si muovono in pose dove tutto è concesso. Le pudiche maglie che fa indossare loro sono flash vivaci che intervallano il rosa pieno e intenso della pelle nuda. La tecnica del colore su carta enfatizza il gesto semplice e fanciullesco che si eleva ad arte nel momento in cui i contorni scompaiono, le macchie di colore definiscono le figure e le fanno parlare. E a parlare tra un’illustrazione e l’altra è anche il volto cupo del fantasma che compare sui tessuti, metafora di un erotismo che velatamente intende esprimersi con estrema libertà.
FREDSTER
Burning Giraffe Art Gallery
Via Eusebio Bava 8/a, 10124, Torino
dall’1 al 24 settembre 2016
dal martedì al sabato, 14:30 – 19:30