Marco Ferreri, formatosi presso la facoltà di Architettura di Milano tra gli anni 70’ e 80’, è considerato un anello di congiunzione tra gli storici maestri del design italiano (Bruno Munari, Marco Zanuso e Angelo Mangiarotti) e l’ultima generazione. Piuttosto che calcare i canali dello star system, Ferreri cerca una strada personale, nella quale l’architettura non è un mestiere ma una forma mentale che aiuta a sostenere lo sguardo sul mondo. Nella lecture tenutasi il 6 ottobre al Politecnico di Bari, ha motivato la sua visione dell’architettura come professione dai confini aperti, dove il pensiero dinamico guida la ricerca estetica.
Ferreri realizza la prima casa stampata in 3d ad elevata precisione, in un unico pezzo, con la predisposizione per l’impiantistica e parte dell’arredo. Realizzata nel 2010 per la triennale di Milano, Unacasatuttadiunpezzo è stampata con la tecnologia D-Shape, basata sul principio della stereolitografia, che consente di realizzare strutture di qualsiasi forma e dimensione usando sabbia unita a uno speciale reagente inorganico perfettamente ecocompatibile.
Un’altra opera degna d’attenzione è la Casetta del Viandante, realizzata in occasione della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano. Nella sezione Interni Open Borders Ferreri ha esposto un modulo abitativo essenziale e sostenibile, un rifugio per il pellegrino di 9 mq costruito per la gran parte in legno. All’interno ospita due giacigli, un tavolo e due sedie pieghevoli, un piano di lavoro/lavello/lavandino, una doccia e un WC. Pensata per dare ospitalità adeguata ai viandanti lungo la Via dell’Abbate, nel piacentino, fornisce riposo e riparo dal sole, pioggia e del vento, fornendo ospitalità adeguata anche al pensiero. Unacasatuttadiunpezzo e la Casetta del Viandante sono unità abitative minime ed elementari, perché nella configurazione minima architettonica (il primo disegno di casa realizzato da un bambino) vi è l’invito a riflettere e a elaborare nuove idee circa l’esigenza e l’esistenza dell’uomo.
Il design non ha a che fare con la bellezza bensì con l’esistenza
scrisse Ettore Sottsass. Tra “l’incoscienza e l’intuizione”, come lo stesso Ferreri afferma, ha acquistato un appezzamento di terreno in cui alleva delle vacche scozzesi allo stato brado, producendo e vendendo carne grass fed (bovino alimentato con sola erba e fieno) pur non “sapendo niente di niente in partenza”. Si è così ritrovato a fare una cosa oggi considerata all’avanguardia come la cultura del bio e l’attenzione a migliori condizioni di vita dell’animale. La chiave risiede nel modello del viandante: camminare è la vita, camminare dove non si vedono i confini che possono essere disegnati, camminare con una mentalità sempre aperta, segno di grande libertà. La ricerca continua dell’autenticità, nella forma e nella sostanza, è un modello vincente.
Le scienze naturali si preoccupano di come le cose sono (..) Il design, invece, si preoccupa di come le cose dovrebbero essere, progettando artefatti per raggiungere certi obiettivi (..) Chiunque progetti corsi d’azione con l’obiettivo di trasformare le situazioni esistenti in situazioni auspicabili, è un designer.
(Herbert Simon, The Science of Design, 1988)