Rosso, azzurro, giallo, “non uso il verde, lo lascio a Madre Natura”.
Piani di luce materica si incrociano a formare l’ultima architettura che Luis Barragán realizzò nel 1976 per Pancho Gilardi and Martin Luque, proprietari di un agenzia pubblicitaria nella città del Messico. Il video In residence: Casa Gilardi del giovane artista César Pesquera e prodotto da STORY: ne ritrae la sua essenza per la serie In Residence, video su case d’architetti, artisti e designer, di NOWNESS.
La casa si sviluppa su un terreno lungo e stretto e ruota intorno all’albero di jacaranda, pianta subtropicale, fulcro ed elemento primo per la progettazione di una planimetria semplice e rigorosa. Prima della sua morte, avvenuta nel 1988, l’architetto Luis Barragán capta in questo luogo una valenza spirituale in stretto legame con la natura. Cactus spuntano tra linee orizzontali perfette e pulite, giusto sporcate dal rilievo granuloso dell’intonaco che rende gli spazi volumi semplici e conclusi, definiti da pochi elementi d’arredo scelti dall’architetto: anfore, pezzi d’antiquariato e sculture grandi e piccole. Sulle pareti vibranti echeggiano le tinte dell’artista Chucho Reyes Ferreira che hanno ispirato in questa casa le cromie, tagliate da lame di luce che infliggono bianco calore alle superfici. Colore e luce creano una diade perfetta in tutte le sue opere e si rivelano, in quest’ultimo progetto, in spazi introversi dalla dirompente energia espressiva. I tre piani accolgono stanze quadrate dedicate alla vita privata e a momenti conviviali come il grande focolare della casa, in cui l’acqua della piscina riveste la stanza di un emblematico incanto cristallino.
L’architettura liricamente silente induce religioso raccoglimento e nobile meditazione, pienamente espressi nell’ultimo video di César Pesquera, giovane artista spagnolo che spazia dall’interesse per il design e il cinema alla passione per la scultura e la musica. I suoi lavori sono frammenti di mondi paralleli strappati agli anni ’70 così come a un futuro pop pieno di elementi fluttuanti.
Artwort l’ha intervistato in occasione del suo ultimo video.
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Il Video per Nowness “In Residence: Casa Gilardi” è il tuo primo film sull’architettura. Parlaci della tua formazione. Come sei arrivato a questo film?
Lavoro principalmente come regista per spot pubblicitari, video musicali e per i miei cortometraggi. Ho studiato belle arti e graphic design. Il film è una commissione Nowness per mezzo della società di produzione STORY: con cui lavoro in Spagna e in Messico.
Qual è il tuo rapporto con l’architettura e cosa pensi di Luis Barrágan?
A dire il vero non conoscevo Barragán o la sua architettura prima di lavorare su questo progetto. L’architettura non è uno dei miei principali campi di interesse, ma devo ammettere che sono stato affascinato sin dall’inizio dal suo lavoro. Data la mia formazione nel campo del graphic design, i colori, le forme, gli angoli, la geometria mi hanno subito colpito ed è stato il punto di partenza per il progetto. Ora sono innamorato del lavoro di Barragán, quando conosci e vivi lo spazio non solo nelle foto, è semplicemente fantastico.
Nei tuoi film di solito riprendi persone o oggetti in movimento. Per un film maker è inusuale dirigere ciò che è di solito la scena. Come affronti i soggetti statici? È stato restrittivo per te?
Le caratteristiche del progetto erano in qualche modo restrittive, non solo perché Nowness ha dei precisi orientamenti, ma anche a causa dello spazio stesso e la natura del progetto. Ma sono abituato alle restrizioni, specialmente nei progetti pubblicitari. Inoltre penso che in qualche modo le restrizioni siano positive, ti diano delle regole, una struttura, così da non poterti perdere in una vasta gamma di opzioni. Ma cerco sempre di dare la mia visione in ogni progetto che realizzo anche se all’interno di una data struttura, questa è la sfida.
In questa architettura, le vaste superfici materiche sono rilevanti. Qual è il ruolo della luce e dei colori in questo film e nei tuoi lavori?
In questo caso ero ossessionato dall’inquadramento, dalla geometria, dalla composizione, dal catturare l’architettura di Barragán in una cornice come se fosse un dipinto di Malevich o Mondrian. Un’altra idea era capire come l’architettura e la vita si fondano, l’interazione tra luce, colore, volumi e lo spazio come metafora del rapporto tra la casa e il suo proprietario. Molte persone direbbero che ognuno modella lo spazio della propria casa in base al proprio carattere. Tuttavia, cosa succederebbe se la tua casa ti modificasse come se fosse una persona? Cosa succederebbe se il tuo carattere e tutta la tua vita fossero influenzati dallo spazio in cui hai vissuto nello stesso modo in cui la luce ha un effetto sul colore e sulle forme in modo da creare un senso di spazio? Per la Casa Gilardi e Martin e la sua famiglia, hanno rispettato pienamente l’architettura, lo spazio e l’opera di Barragán. Non hanno adattato lo spazio a loro e alle loro vite ma è stata la casa a modellare loro. Spero che l’idea si percepisca nel film.
Tu hai una formazione che proviene dal graphic design. È evidente quando privilegi la scultura e gli oggetti di design nelle inquadrature. Qual è il legame tra design e architettura per te?
Io sono un amante del graphic design, ma non sono esperto di architettura. Con questo progetto, ho scoperto che combinare un progetto grafico (o una sensibilità o una visione grafica) con lo spazio attraverso le riprese è un lavoro molto prossimo all’architettura. Si potrebbe dire che un architetto è un graphic designer nello spazio e il film è davvero un ottimo strumento per catturare questo concetto.
I solidi geometrici in movimento nei tuoi film si ispirano al surrealismo. Spesso crei riferimenti con Dalì e Magritte. Chi sono i tuoi modelli nell’arte?
Sono anche un amante dell’arte. Non ho un modello artistico specifico. Sono un appassionato di arte contemporanea, ma penso che il surrealismo ti permetta di combinare le cose, elementi che sembrano non combaciare tra loro, con ottimi e sorprendenti risultati. Penso che sia giusto un modo per catturare o sorprendere lo spettatore.
Ci sono altre opere su soggetti statici o sull’architettura nei tuoi programmi futuri?
Non nello specifico ma il modo in cui penso allo spazio e alle persone in relazione con o in un ambiente specifico è una costante nel mio lavoro. Ora sto terminando il mio nuovo film Santa Ana, girato nel deserto della California, dove soffiano i venti Santa Ana. È una specie di sequel del mio film Tramuntana.