Anna Magni è graphic designer per formazione, ha acquisito sul campo di battaglia competenze trasversali che spaziano dal graphic design, brand design, al web design fino all’illustrazione.
È dal 1988 che le succedono varie cose: ha scontornato cavalli, ha tirato calci ad un pallone, è stata scambiata per Alda Merini da 15.000 persone e risposto più volte BENEGRAZIE alla domanda “come stai?” tanto da farne un brand di abbigliamento di grande successo.
In tutto questo, non si è fatta mancare una collaborazione nel mondo musicale, curando la veste grafica del progetto post Iori’s Eyes di Sofia Gallotti: L I M (Less Is More). È infatti sua la copertina di Comet, l’EP d’esordio.
Guardando le copertine di L I M ho sempre pensato che fosse Sofia stessa a curarle: ciò che trasmettono è così coerente con quanto trovi poi nel disco che non poteva che essere così. Quando invece ho scoperto che l’artista che le aveva prodotte eri tu mi sono detto: “Vabbè, allora devono essere amiche!”. È solo una mia impressione o vi conoscete molto bene? Com’è nata la vostra collaborazione?
Allora innanzitutto, 😍[*] no non è solo una tua impressione, ci conosciamo da anni ormai.
La collaborazione è nata in amicizia e sicuramente alla base di tutto ci sono gusti molto simili e stima reciproca. Insomma, a me piace molto quello che fa e credo che anche per lei sia lo stesso.
Forse è per questo che trovi della coerenza tra immagine e suono, il nostro modo di approcciare al lavoro è abbastanza informale. Da un aperitivo, una cena o un bicchiere di vino nasce sempre qualcosa.
[*] mi fa molto piacere che tu abbia percepito una cosa del genere.
La vostra è una collaborazione fruttuosa: per L I M, oltre ad aver curato diverse copertine, dal primo EP Comet fino a YSK, hai gestito anche la veste grafica del sito web. Come funziona la vostra collaborazione e come si sta evolvendo?
Non è che c’è proprio un metodo standard: principalmente parliamo molto dei nostri gusti musicali e cosa pensiamo di qualsiasi cosa, ciò che muove tutto è un preziosissimo scambio di opinione.
La cosa bella è che tra la frase “ti faccio ascoltare i miei nuovi pezzi” al “ecco qui la cover”, c’è un abisso. Nel mentre può succedere di tutto: trasloco, le Stories su Instagram, Donald Trump Presidente oppure “l’altro giorno ho visto un video su canini e gattini incredibile”.
Si può dire che il nostro è un processo sempre in gestazione. È capitato di ridere sul fatto che si parte con un’idea e poi il risultato partorito è COMPLETAMENTE diverso. Niente è definitivo ma neanche a caso, ecco.
Devo comunque ringraziare Sofi che mi ripone sempre una grande fiducia ed è sempre mega aperta a proposte ed iniziative.
La cosa che mi piace del progetto L I M è che ha attorno persone che stimo tantissimo e bravissime nella loro professione. È una mini famiglia con delle passioni in comune.
Com’è nata la copertina di Comet? Quale è la storia dietro lo scatto?
Lo scatto è stato fatto sul set del video di Comet (fatto da Giorgio Calace e Karol Sudolski 👋🏼❤️👋🏼). In realtà è stato uno scatto che non doveva finire nella cover ma che poi abbiamo usato: uno di quei casi in cui si era partite da un’idea e finite in una completamente diversa.
Copertina migliore di sempre?
Non so assolutamente decidermi su quale sia la copertina migliore di sempre, forse per me è quella data dalla somma di queste tre:
Kate Bush, Hammer Horror – single cover
Grace Jones, Nightclubbing (ma in realtà tutto ciò che è Grace Jones con Jean-Paul Goude)
Kendrick Lamar, Damn