Può la fotografia essere un mezzo per esplorare mondi surreali? Si, secondo Gabriel Isak, fotografo di origini scandinave.
Il suo lavoro tratta scene surreali e malinconiche ispirate al mondo interiore ma anche quello dei sogni e della psicologia, dove il fotografo invita lo spettatore ad interagire con il mondo delle figure solitarie che simbolizzano i nostri stati inconsci. Dopo un lungo periodo di depressione, Isak decide di immortalare tramite i suoi scatti, gli stati d’animo che più lo rappresentavano. Tristezza, senso di smarrimento e solitudine sono adesso usati come soggetti metaforici.

Voglio che il mio lavoro accenda una luce sulla salute mentale e i lati più scuri e solitari del mondo e spero di poterlo mostrare al pubblico nelle gallerie e nei musei in futuro.
Nella serie The Blue Journey, Isak invita l’osservatore ad entrare nel mondo dei sogni, dove la solitudine è qualcosa di più che stare da soli. I soggetti delle foto sono figure solitarie nascoste in scene surreali che simboleggiano il nostro stato inconscio. Un mondo dove l’occhio si perde nel blu. Pochi altri colori acuiscono lo sguardo focalizzando l’attenzione su un dettaglio, una connessione psicologica con il soggetto e il suo mondo interiore.
Nella serie Entities le figure perdono la forma umana restando animate, diventano rappresentazioni di sé stesse, come riflessi della vita interiore. Persi in ambienti indefiniti sembrano allontanarsi dalle entità simili, descrivendo lo stato di solitudine e disagio che caratterizza l’intero lavoro di Gabriel Isak.
Per immergerti nel mondo di Gabriel Isak visita il suo sito e la sua pagina Instagram.