The Shelter di Claire Lance è la conquista di una libertà creativa e visiva che ci fa immaginare cose, forme, spazi, materiali, ombre, luci, fosforescenze e sfocature sfuggenti in un mix di trasparenze colorate che vibrano dal bronzo luminescente al bluverde metallizato, sino a sprazzi di un rosa azzurrato dove segmenti impazziti pare si muovano scatenati.
Claire, che vive e lavora tra Parigi e Göteborg, colma The Shelter di quelle immagini che riportano il mondo intero dentro il suo rifugio, le archivia focalizzando momenti di visioni particolari dove la realtà tangibile pare sfumi in una sua realtà imprendibile perché sempre in movimento.
Descrive la sua ricerca in terza persona come per scoprire, insieme a noi, quelle fotografie, come se non le avesse scattate lei:
“Claire Lance records and collects photographs as coordinates, in the manner of a topographer, archiving rare moments but also describing a wide inner territory which has became by the shifting memories a refuge.”
Così scivoliamo su quelle superfici lucide tagliate da ombre oblique, piani distorti per equilibri precari ed oggetti evanescenti come quel cerchio luccicante che ricorda altre cose e altre forme che ricordano altri oggetti in una continua scoperta di quel luogo celato e indefinito un po’ magico.
Un percorso in The Shelter tra un minimalismo cromatico e formale dove pare sentire le sonorità dei materiali e dove la luce penetra misteriosa e trafigge quelle pareti che a volte spariscono per lasciar intravvedere il mondo là fuori, nerogrigio.
Da scordare.
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