Laboratorio di immaginazione urbana | Massimiliano Cafagna (Architetto), Francesco Delrosso (graphic designer), Marco Lacerenza (graphic designer), Antonio Lionetti (graphic designer), Olga Paparusso (Architetto), Saverio Rociola (graphic designer), Patrizia Silecchia (Architetto), Ornella Spadaro (Architetto), Giuseppe Tupputi (Architetto).
Mosaico di Aufidus, un’opera di land art realizzata presso la stazione di Canne (Barletta), con l’obiettivo di trasformare il pietrame che sostiene i binari ferroviari in un mosaico colorato in quattro tonalità: il celeste e il blu che rappresentano l’acqua, il fiume in secca e in piena, ovvero in generale le qualità paesaggistiche dei luoghi; il rosso che rappresenta il sangue e l’arancio che rappresenta l’argilla, ovvero la storia dei luoghi nei suoi connotati immateriali e materiali.
Un mosaico che simboleggia la condizione del frammento e cerca di portare alla luce il valore di ogni singola tessera o tassello all’interno di un unico insieme che genera una curiosa prospettiva cromatica sul paesaggio circostante.
Venerdì 23 agosto si è deciso di ampliare e completare tale installazione, che ha visto aumentare sia il numero di soggetti partecipanti, sia la quantità delle pietre colorate. Ma soprattutto, vi è l’aggiunta preponderante dell’oro.
L’oro, come nei mosaici bizantini, è lo sfondo, il collante, il mezzo di unione tra i differenti tasselli. Il colore dorato aggiunge inoltre un valore di luminosità all’opera; nella calura estiva, esso risplende sotto il sole cocente. La sua è una luce vibrante, che varia al variare del nostro movimento, cambiando intensità e grado di opacità; è una luce dorata viva, che fa da sfondo e tiene insieme i frammenti, i tasselli, le differenti qualità riconosciute nel paesaggio della Valle dell’Ofanto.
La luce dell’oro è la metafora dell’idea, della strategia, della visione. Rimanda alla necessità di elaborare un pensiero capace di incidere nel reale, a trasformare coscienziosamente il ricco paesaggio della Valle di Aufidus.
Il Mosaico di Aufidus, un progetto nato da una collaborazione indipendente e autofinanziata tra giovani professionisti interessati a questi temi, non è solo una istallazione; è un’esperienza artistica nel senso più profondo del termine perché esprime una idea potente, che speriamo possa rimanere accesa e viva nelle nostre menti e nei nostri cuori e che possa, nel tempo, attecchire sempre più, riverberarsi, farsi largo, prendere forma. Arricchendo il paesaggio con la sua presenza spontanea e sincera, Aufidus vuole rinnovare il nostro sguardo sul territorio indicandoci una possibile direzione da seguire.