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Anatol Knotek si definisce un “poeta visivo” e nessuna definizione potrebbe calzargli meglio.
Nato a Vienna nel 1977, dove tuttora vive e lavora, si è nutrito di poesia concreta e typewriter art, scovando l’importanza della parola sia nella sua forma che suo nel contenuto.
Il suo minimalismo è ricco di significato e il suo modo di utilizzare lettere, invece che colori, crea una poesia visiva che a volte è gioiosa e altre fa riflettere.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Anatol Knotek sull’arte oggi, le sue ispirazioni e il suo processo creativo.
Possiamo dire che la tua materia prima siano le lettere dell’alfabeto. Scelta singolare eppure molto efficace. Come ti è venuta questa idea?
È stato un processo piuttosto lungo. Ho iniziato spostandomi dalla pittura circa 20 anni fa e ho sostituito gradualmente i colori con i testi. I primi risultati sono stati dei collage, che sembravano molto simili ai miei dipinti precedenti in termini di contenuto e forma. Tuttavia, tutte le superfici e i contorni consistevano in un collage di testi, e ritagli di giornale. Dance of life 2 è un buon esempio del mio lavoro in quel momento. Più tardi ho scoperto le poesie dei poeti degli anni ’50 e ’60 che mi hanno influenzato fortemente.

Qual è la reazione che vorresti che lo spettatore avesse davanti a una tua opera?
Prima di tutto, vorrei dire che la possibile reazione dello spettatore non influisce sul mio processo di lavoro da principio. È la mia sensazione sull’idea iniziale che mi fa continuare il lavoro o abbandonare l’idea.
Ma ovviamente sono felice quando il mio lavoro stimola lo spettatore a pensare in un certo modo o quando la mia arte regala un sorriso a chi la guarda!
Parlaci del tuo processo creativo.
Passo molto tempo online cercando arte basata sui testi per riempire il mio blog. Ricercando e visitando molte mostre sull’argomento, ho sviluppato molte idee negli anni, le ho scritte nel mio taccuino analogico e lasciate maturare. Dopo settimane o mesi prendo le vecchie note (se mi sembrano ancora interessanti) e continuo a lavorarci su. Lo step successivo di solito è una bozza al computer prima di iniziare a lavorare sulla realizzazione concreta.
In che modo pensi che i social media abbiano influenzato il fare arte oggi?
Posso parlare solo per me stesso qui, ma penso che ci sia stata una certa influenza dei social sul mio modo di fare arte e di presentarla. L’arte è esprimere le proprie idee, ma anche reagire al tuo ambiente posizionarti tra gli altri artisti. Oggi è molto semplice seguire le mostre di tutto il mondo semplicemente portandoti dietro un cellulare. Non è mai stato più semplice farsi ispirare nel modo in cui presenti te stesso.

La scelta minimalista dei tuoi lavori riguarda anche ai colori. C’è un motivo dietro questo bianco e nero?
Quando all’inizio ho iniziato a interessarmi all’arte, ho provato ad essere un artista molto colorato! ero abbastanza influenzato dagli espressionisti e facevo del mio meglio per emulare questo movimento. Il “problema” era (o è ancora) che non vedo e uso i colori come molte persone fanno, perchè ho una carenza nella visione dei colori rosso-verde.
Questo fatto, unito alla scoperta e all’interesse per l’arte fatta di testi, mi ha fatto astenermi dall’usare i colori sempre di più all’inizio dei miei 20 anni e mi ha portato al lavoro che faccio attualmente.
Ti definisci un poeta visivo, ma credi che la parte preponderante del tuo lavoro sia l’estetica o il contenuto?
Se si bilanciano i due aspetti sono più soddisfatto – entrambi sono ugualmente importanti per me!
In alcune tue opere sono palesi delle influenze di maestri dell’arte come Fontana o Burri. Quali sono gli artisti e i movimenti che ti hanno ispirato di più?
È difficile da dire perchè sono sempre alla ricerca di ispirazione da varie fonti artistiche. Attualmente sto attraversando una fase in cui sono di nuovo molto interessato alla typewriter art. Il lavoro di Dom Sylvester Houédard, un frate benedettino e poeta concreto, è una grande fonte di ispirazione! Sono anche particolarmente interessato all’Art Brut e specialmente al lavoro degli artisti di Guggin, il suo approccio all’arte spontaneo e apparentemente senza influenze è affascinante. L’arte concreta e intelligibile e quella fuori dagli schemi ovviamente si contraddicono – ma questo è esattamente quello che mi affascina. Spesso provo a ricavare qualcosa di nuovo attraverso le possibilità di combinazione delle due e anche se queste combinazioni o influenze sono qualcosa che non si riflette chiaramente nella mia arte, servono come gioco di pensiero e fonte di ispirazioni per pensare alle nuove possibilità e andare uno step più avanti, invece di restare fermo costantemente sullo stesso modo di pensare.
Se potessi essere un carattere tipografico, quale saresti?
Sia l’Helvetica Neue che un Sans Serif Monospace 🙂