Torniamo a parlare di Marco Siciliano, in particolare di un progetto legato alla sua tesi dal titolo (Une) Personne sous la table, riguardante le tematiche dell’apparire, del nascondersi e dello scomparire, tesi per il Master in Interior design, presso il Politecnico di Milano (relatore Beppe Finessi).
Nei vari collage sono state utilizzate diverse tecniche per definire la presenza: delle mani fotografate in bianco e nero e applicate su carta da lucido cercano di entrare in contatto con un corpo, che in realtà è assente, di cui rimane solo lo scheletro, cucito con filo argentato. Tra i due soggetti è presente un collant 8 denari, numero che ne definisce la trasparenza e che contemporaneamente dà il nome alla serie: una sorta di pelle che ricopre, protegge o si strappa sotto il peso dei due corpi e la loro volontà, a volte frustrata, di toccarsi.
Il progetto è stato fortemente influenzato da La dimensione nascosta di Edward T. Hall, che teorizza la Prossemica come disciplina riguardante la distanza tra i viventi in quanto comunicazione. Si genera dunque un conflitto, nel momento in cui la parola corpo prende forma e comincia a muoversi nello spazio: quando questo accade il corpo viene sottratto alla condizione irreale di punto, perché non può esistere senza dimensione. Proprio la sua dimensione, come quella di tutti gli altri corpi, contribuisce alla creazione delle distanze. Da questo scarto scaturiscono i loro rapporti, i loro confronti, i loro sguardi, i loro ascolti e la loro chimica. Occorre che tra il corpo e ciò che gli sta intorno sia mantenuto il giusto intervallo, quella distanza ottimale affinché si possa comunicare. Troppa vicinanza o anche troppa lontananza porterebbero a uno squilibrio tale da rendere impossibile percezione e dialogo.
Come racconta la curatrice Ginevra Bria, di FuturDome: “Mentre questa assenza implica escissione, Siciliano non usa un processo riduttivo. Ciò che inizialmente sembra una rimozione è sempre un’aggiunta o una contrazione. Le figure sono stratificate l’una sull’altra, sebbene lo spessore della carta non crei mai un peso materiale sostanziale nella serie 8 Denari. A volte siamo in grado di rilevare il fantasma del testo dietro fogli stratificati o filtri di nylon. Nella loro scala intima e materialità, ogni opera è il residuo di pagine sfogliate, lette e dimenticate. Man mano che queste immagini si deteriorano, si riferiscono al corpo che le ha fatte, così come alla graduale rimpicciolimento delle grandiose narrazioni che sono evocate a distanza”.
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