Se da un lato il lockdown ha generato tanti scontenti e noia diffusa, dall’altro ha spinto molti creativi a dare il meglio di sé e ad affrontare questo blocco globale come un’opportunità per esprimersi e rendere il tempo produttivo e creativo con i mezzi a disposizione (come ha fatto ad esempio David Hockney con solo un iPad e un iPhone).
Giacomo Felace è un designer e brand strategist che ha affrontato la quarantena come un’occasione per liberarsi dalla routine e riconnettersi alla propria creatività.
Outbreak Poster Design è un progetto quotidiano che Giacomo ha intrapreso come un viaggio creativo per superare il lockdown. Si tratta di una serie di poster che raccontano questo periodo con ironia e irriverenza in una veste semplice ma d’impatto.
Abbiamo chiesto a Giacomo di raccontarci il progetto e come sia riuscito a trarre proprio da questa situazione di negatività diffusa, la positività necessaria ad affrontarla e superarla.
“Nella mia vita ho sempre cercato di ritagliarmi dei periodi dove staccare dalla routine e riacquisire energia ed ispirazioni. Dei periodi sabbatici di 1-2-3 mesi, dove mi sono ritirato in Paesi più o meno lontani cercando di dare un significato diverso al tempo e alle “cose”. Prima di intraprendere questi periodi sabbatici, qualche pensiero l’ho sempre avuto. Uno, ovviamente, che sarei stato dimenticato; un altro è che quello che stavo facendo sarebbe sembrato poco professionale e rispettoso, specialmente nei confronti della mia famiglia, “Oh mio Dio, Giacomo è un infelice che scappa dalla sua vita e dal suo lavoro”. Nessuna di queste cose si è mai verificata o almeno non me ne sono reso conto. La normale reazione è sempre stata di leggera gelosia: “Vorrei farlo anch’io.””
“Questa premessa per dire che questo imprevedibile periodo di blocco generale e di quarantena dovuto al COVID-19 non mi ha trovato del tutto impreparato. Non ho avuto grossi problemi nell’accettare di perdere alcuni clienti, mettere in pausa progetti e ri-organizzare lavoro e tempo libero. Quello che però mi ha spiazzato è stato non poter programmare il futuro. Mi sono così buttato a capofitto nella creatività, come balsamo per il cuore e la mente, obbligandomi ogni giorno a creare qualcosa di nuovo e condividerlo sui miei social.”
“Negli ultimi due anni, ho trascorso la maggior parte del mio tempo nella gestione e nella direzione artistica e per quanto gratificante fosse quel lavoro, avevo iniziato a sentire le mie capacità di “creatore” che iniziavano ad atrofizzarsi. Ho così approfittato della quarantena per disegnare una serie di poster come rituale giornaliero ed esercizio creativo nella speranza di ispirare le persone con cui li condividevo.”
“Questi momenti sono sì difficili ma possono essere anche liberatori per tutti noi. Questo grande shock e periodo di cambiamento che stiamo vivendo ci aiuterà a rompere alcune “regole” e costruirne delle altre. Rivalutando la famiglia, il nostro vicino di casa, lavorando in modo diverso, aprendo nuovi business, sensibilizzandoci a livello ambientale, ad essere più creativi e forse a dare un valore diverso al tempo.”
Per molti questa quarantena è finita e, guardandoci indietro, sembra così assurda da non essere mai realmente accaduta.
Noi è proprio così che la riassumeremmo: con i poster di Giacomo Felace.
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