Ormai da qualche giorno rimbalza tra un sito e l’altro il video di Scarpe #2 di Generic Animal. Il video, disegnato e diretto da Marcello Mosca, ci trascina in un’avventura con un Luca Galizia aka Generic Animal in versione cartoon, costretto a barcamenarsi in una Milano malconcia e violenta. Una burrascosa e allucinante nottata tra le vie di una città fatta di palazzoni tutti uguali, con una metro fatiscente e abitata da strani individui. Sotto la direzione artistica di Daniel Sansavini e Alvin Sonic il nuovo disco di Generic Animal si riempie di personaggi colorati, stravaganti e un po’ inquietanti. Marcello Mosca, producer e autore indipendente milanese, fra i fondatori della rivista di fumetti Frankenstein, ha disegnato la serata di Luca che, come un moderno eroe tra smartphone e metropolitane, deve sconfiggere o meglio evitare loschi individui per riuscire a raggiungere la sua amata.
Partiamo parlando della città paranoide in cui avvengono le disavventure dell’alter ego animato di Luca: ci racconti un po’ com’è nato lo storyboard del video?
Quando sono stato contattato per realizzare il video di Scarpe #2 era appena iniziata la quarantena. In quel periodo uscivo di nascosto per andare a trovare la mia ragazza, così ho avuto modo di girare per una Milano irriconoscibile, inquietante ma anche molto affascinante. Ho fatto dei viaggi in macchina senza incontrare nemmeno un’anima: sembrava un romanzo di fantascienza in cui non era sopravvissuto nessuno.
Costretto in casa, non potevo far altro che evadere con la fantasia e, anche per questo, il video racconta di un’evasione: il protagonista esce di casa per ritrovare l’amata ma per raggiungerla deve attraversare un Inferno. Un archetipo che riprende il viaggio di Dante, in questo caso assistito da un Virgilio molto particolare: un provvidenziale dentino che lo aiuta a levarsi dai guai.
Diciamo che è una Milano un po’ da Arancia Meccanica: come hai costruito le atmosfere del video?
Più che ad Arancia Meccanica pensavo a The Warriors: un film cult che ho visto da piccolo e che esteticamente mi ha sempre affascinato. È ambientato in una New York notturna, devastata, lasciata a se stessa e dominata dalle gang. Queste atmosfere penso si addicano anche a certi quartieri di Milano: qualcuno potrà riconoscere via Padova nella strada che percorre il personaggio di notte. Inoltre, avendo fatto i graffiti per alcuni anni, mi sono divertito molto a “imbrattare” la città del video.
Le citazioni e i riferimenti ad alcuni dei grandi del disegno italiano come Altan, Mordillo e Jacovitti sono evidenti: cosa ti affascina del loro lavoro e cosa cerchi di trasporre di loro nei tuoi fumetti?
Mi fa piacere che siano citati questi autori. Altan è un mito. Posso dire di avere imparato a leggere con la Pimpa. Più avanti ho scoperto l’Altan satirico e “adulto”, molto più cinico e oscuro, ed è incredibile che sia lo stesso autore dei fumetti per l’infanzia.
Jacovitti è un grandissimo del fumetto: ci sono delle sue tavole piene di personaggi che si abbaruffano che ne fanno una sorta di moderno Bosch. Non ho citato questi autori volontariamente, ma penso che siano in qualche modo presenti nel mio DNA, come molti altri. Per me è fondamentale non rifarmi a mode del momento quando scrivo o disegno; preferisco attenermi a quelli che sono stati i miei primi modelli, quelli più prettamente formativi, anche se li rielaboro continuamente. Tra questi si possono trovare indistintamente figure della cultura popolare e della cultura alta: nell’assorbimento che ne ho fatto ogni differenza si annulla.
Tra quelli che hai citato Mordillo è quello che conosco meno, anche se mi piace molto.
Questa è un’opera unica o illustrerai altre canzoni di Generic Animal?
Chi può dirlo? 🙂