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In un loft di Brooklyn, tra le strade caotiche e le menti frenetiche della grande mela, è nato nel 2011 lo studio del duo Chiaozza. Adam Frezza & Terri Chiao, lui artista lei architetto, sono complici nella vita e nel lavoro. Una reazione chimica frizzante ha dato vita al duo creativo che affascina tutti, dai più grandi ai più piccoli, con forme vivaci e giocose dal gusto fantastico. Arte e design si sposano in una combinazione stupefacente che permette ad Adam e Terri di progettare piccole sperimentazioni artistiche fino ad installazioni monumentali. Dalla pittura alla scultura, attraverso l’uso di materiali semplici come la carta e l’argilla, si divertono in un equilibrio tra il gioco e il rigore che negli anni ha permesso loro di sviluppare interventi sempre più raffinati e di fama internazionale.
Per Artwort, Terri e Adam si sono aperti con entusiasmo ad un’intervista che ha alternato riflessioni sulla loro pratica artistica a curiosità più personali col desiderio di poter assaporare per un attimo la vita nel loro studio a New York.
Terri ha studiato architettura, Adam arte. Quando Adam Frezza e Terri Chiao sono diventati Chiaozza? Raccontateci il momento in cui avete realizzato che avreste lavorato insieme.
Ci siamo conosciuti per caso in un karaoke bar nel 2011. Adam si è unito ad una canzone che Terri stava cantando con un amico e alla fine della serata ci siamo ritrovati a chiacchierare per strada. Quando ci siamo conosciuti, spesso giocavamo a giochi di disegno o con il cibo provando esperimenti culinari insieme. Questa modalità casuale di sperimentazione visiva e tattile probabilmente ha contribuito a spianare la strada ad altre pratiche creative, come quelle con la carta dipinta e con le sculture di polpa di carta, lavori geometrici in legno, collage collettivi, trasformazioni dello spazio domestico e progettazione di nuovi arredi, ecc.
Un giorno, Terri stava lavorando ad un progetto per un sito chiamato Parallelograms. Stava realizzando un modello di casa sull’albero che voleva completare con modelli in scala di piante da appartamento e chiese ad Adam di aiutarla. Lui si è seduto e ha subito iniziato a dipingere i due lati di un piccolo foglio di carta con diversi colori. Passammo il resto del pomeriggio tagliando piccole piante di carta da inserire all’interno del modello della casa sull’albero. Ci siamo innamorati delle piante come elementi scultorei e abbiamo fotografato ognuna di queste piante singolarmente con la fotocamera dei nostri cellulari su un piccolo foglio sul tavolo della cucina. Quando abbiamo visto le sculture nello spazio scalato della fotografia abbiamo realizzato di aver scoperto per caso qualcosa che potevamo esplorare all’infinito in varie iterazioni, materiali, scale.
Chiaozza ha sede a New York. Come il contesto urbano influenza il vostro modo di lavorare?
Pensate che la globalizzazione si possa applicare anche all’arte, intesa come indifferenza al luogo dove si produce e si espone?
Una delle cose più belle di lavorare a New York è l’incredibile comunità che ci circonda. Siamo stati davvero fortunati a conoscere amici così brillanti e meravigliosi nei nostri ventinove anni di vita nella città – colleghi artisti e designer, curatori e consulenti d’arte, fabbricanti e venditori, sostenitori e clienti, ristoratori e proprietari di bar, proprietari di negozi e vicini, amici da passate generazioni che sono come una famiglia. C’è una certa schiettezza a New York che apprezziamo davvero tanto, una immediatezza, una premurosità e una gentilezza – anche da parte di estranei – che è palpabile.
Il contesto urbano ha i suoi limiti – siamo sicuramente limitati nella scala e nelle possibilità del nostro lavoro dalla dimensione e l’accessibilità del nostro studio, e dalle risorse che qui sono più limitate a causa dell’alto costo della vita. Siamo amanti della natura e dell’outdoor, che è ovviamente una esperienza di vita differente.
Qual è il vostro film preferito su New York?
I film su New York non invecchiano mai. Quelli che ci tornano in mente sono: Working Girl, The Fisher King, Do The Right Thing, Breakfast at Tiffany’s (meno la rappresentazione razzista di un padrone di casa asiatico!)
L’equilibrio tra il gioco e il rigore è il cuore della nostra pratica creativa.
Uno dei vostri primi lavori è stato Pancake prints. Qual è il vostro rapporto con il cibo e se c’è una connessione con la vostra ricerca artistica?
La nostra collaborazione creativa è nata molto probabilmente dalla reciproca volontà nel giocare e nell’esplorare attraverso le idee. Molti dei nostri primi esperimenti insieme sono avvenuti proprio in cucina, preparando il cibo l’uno nella casa dell’altro. C’è una certa sensazione di comfort e di allegria con alcuni materiali, texture, colori, profumi, gusti, processi ed esperienze che sono connesse alla pianificazione, alla preparazione e alla condivisione del cibo. Quando creiamo qualcosa di nuovo in cucina, stiamo sperimentando. Quando prepariamo qualcosa a noi familiare, stiamo affinando le nostre abilità, l’equilibrio tra il gioco e il rigore è il cuore della nostra pratica creativa.
Qual è la vostra ricetta preferita?
Uno dei nostri piatti preferiti è la grigliata di pesce e verdure nella teglia di ghisa.
Durante la quarantena, abbiamo preparato una focaccia a settimana, la congelavamo e la usavamo per pranzo come sandwich con acciughe e foglie di sedano durante tutta la settimana. Abbiamo usato questa ricetta.
Ti fa sentire davvero speciale mangiare un po’ di focaccia a metà giornata.
Ultimamente noi e la nostra figlia di 2 anni Tove stiamo apprezzando molto il cioccolato fondente ricoperto con le banane ghiacciate: affetta 3-4 banane medie, congelale su un piatto o un vassoio rivestito con pellicola per almeno 30 minuti. Mescola 1 cucchiaio di cioccolato fondente con un cucchiaio di olio di cocco in un doppio pentolino. Usando uno stecchino, una forchetta, un cucchiaio o un altro utensile, immergi le banane congelate nella miscela di cioccolato e riposizionale sul piatto rivestito con pellicola. Congela di nuovo per 30 minuti e gustale. Si possono conservare per settimane in un contenitore sigillato nel congelatore. In estate, anche l’uva congelata è un alimento che non manca mai.
Come funziona il vostro processo creativo? Lavorate insieme sulla stessa idea dall’inizio alla fine, o avete differenti ruoli nella realizzazione?
Il nostro processo creativo varia molto da progetto a progetto. I nostri progetti iniziano spesso con un dialogo comune, in cui discutiamo delle idee, dei pensieri, del materiale che vogliamo sperimentare. Nel caso di progetti specifici, cerchiamo di discutere delle prime idee richieste dal progetto. Schizziamo, parliamo, lavoriamo sulle idee, modelliamo con la carta, con l’argilla, a volte digitalmente. Le idee che ci fanno sentire subito in sintonia ci conducono ai progetti più chiari, diretti e divertenti. Una volta ottenuto il concetto di base, iniziamo il processo di realizzazione, la persona delle due che “sente” di più questa parte prenderà le redini di questa fase. Con i progetti scultorei, ci possono essere varie fasi: costruzione (che potrebbe coinvolgere il disegno dettagliato attraverso le misure, la realizzazione delle armature, la creazione della forma con carta, schiuma, argilla o legno), lavorazione della carta (per progetti a base di polpa di carta), verniciatura e finitura (di qualsiasi elemento esterno come germogli o foglie d’oro).
A volte lavoriamo indipendentemente su varie sperimentazioni che poi possono diventare delle collaborazioni, ad esempio quando lavoriamo in maniera indipendente nelle residenze d’artista. Molti progetti sono nati in questo modo.
La vostra canzone preferita?
Ultimamente ci sta commuovendo molto la canzone Afro-Blue di Oscar Brown Jr.
Avete origini differenti. Terri da Atlanta, Adam da New York. Come si fondono i vostri differenti background e come la vostra formazione interagisce con la professione?
Piace ad entrambi lavorare in 2D e in 3D, dove l’immagine grafica è tanto importante quanto la forma e la struttura scultorea. Questo probabilmente facilita la fluidità del lavoro insieme. Introduce l’un l’altro a differenti prospettive e riferimenti aiutandoci ad arricchire la nostra pratica, ad imparare e a crescere come artisti e come persone.
Qual è l’artista che vi ha ispirato di più durante la vostra formazione?
Adam: Paul Klee, Joan Miro, Robert Maplethorpe, Piero Manzoni, Giotto.
Terri: Bauhaus, Tadao Ando, Eva Hesse, Atelier Bow-Wow, Kazuyo Sejima.
Molti dei vostri lavori sembrano essere legati ad elementi primordiali, ricordano forme che potrebbero appartenere ad antichi rituali devoti a nature immaginarie. Questo è evidente in Paper Plants, Stick and Stone, Lump Nubbins. Che principi vi guidano durante l’elaborazione di un’idea?
Pensiamo spesso a forme universali e ai processi che sottendono la natura: per esempio, rocce, coralli, piante, alberi, edifici e persino umani possono assumere spesso un linguaggio simile quando le forme diventano astratte. I processi di crescita, decadimento, riflessione, assorbimento, accrescimento ed entropia che avvengono intorno a noi. Il nostro lavoro trae ispirazione da queste osservazioni e cerca di mettere in luce il meraviglioso, il magico e l’umoristico che c’è nell’elementare e nel quotidiano.
Il vostro libro preferito?
Terri: The Summer Book di Tove Jansson; Le città Invisibili di Italo Calvino; Tao Te Ching di Laozi.
Adam: Dhalgren di Samuel R. Delany; The Man Without Qualities, Robert Musil; Frog and Toad (serie) di Arnold Lobel.
Mi è capitato di leggere in una delle vostre interviste che vi piace prendere dei momenti di pausa dal duo per sviluppare le vostre ricerche partecipando a residenze artistiche. Una di queste esperienze è stata a Villa Lena in Toscana. Come è stato?
Abbiamo amato il tempo passato a Villa Lena. È un posto così magico. Abbiamo conosciuto persone magnifiche lì, con le quali speriamo di rimanere amici e dalle quali abbiamo imparato e continuiamo ad imparare tanto. I nostri giorni a Villa Lena erano sempre molto pieni – una grande combinazione di produttività, lusso, pace, e avventura. Nei giorni caldi nuotavamo in piscina tre volte al giorno e lavoravamo nello studio in costume da bagno. Quando tornava il caldo, ci bagnavamo e poi di nuovo a lavoro. Alcuni giorni abbiamo camminato nelle zone vicine, compreso un piccolo paese fantasma occupato dai gatti.
Abbiamo fatto anche piccoli viaggi in altre zone d’Italia, tra le quali una visita dai parenti di Adam ad Alatri, dove abbiamo conosciuto circa una dozzina di parenti della sua famiglia estesa che ha recentemente ripreso i contatti con i parenti americani dopo due generazioni. Siamo anche andati a visitare il vecchio professore di scultura di Adam, Enzo Torcoletti, in Umbria, dove ha un grande studio all’aperto di marmo ed alabastro e ci ha introdotti all’incredibile lavoro di Alberto Burri in una enorme industria di tabacco. È stato davvero d’ispirazione tutto il lavoro creato negli anni ’60 e ’70. Siamo anche passati da Roma e visitato la casa di Giorgio de Chirico vicino alla scalinata di piazza di Spagna, e abbiamo fatto i tour delle fontane quando non camminavano a piedi per la città. Abbiamo assistito anche ad un festival artistico sull’isola vulcanica di Stromboli invitati dai nostri amici Soft Baroque, che partecipavano al festival. Abbiamo scalato un vulcano al crepuscolo per assistere ad una meravigliosa performance sulla punta del vulcano, abbiamo nuotato nel mare, e passato un pomeriggio a collezionare piccole rocce a Lipari. È stato magnifico.
Speriamo di ritornare in Italia quando sarà possibile per far conoscere anche a nostra figlia Tove il patrimonio e la sua famiglia italiani 🙂
Quali saranno i vostri prossimi progetti individuali e comuni?
Attualmente alloggiamo nel meleto dei nostri amici in Vermont, dove abbiamo allestito uno studio temporaneo nella Carriage House. Abbiamo selezionato con cura i materiali necessari e stanno nascendo nuovi progetti con la polpa di carta ricavata dai cartoni delle scatole delle consegne, o fatti con carta di scarto riciclata, e armature realizzate con pietre raccolte, stecche e altri materiali effimeri.
Siamo davvero ispirati dagli alberi delle mele del meleto – le loro ramificazioni e l’innesto delle specie di una mela all’altra che creano degli alberi “frankestain”. Abbiamo iniziato una nuova serie di pannelli dipinti e di sculture intitolati “Gemelli” tratto dagli alberi che crescono insieme per trasformarsi in uno. Pensiamo che sia una potente metafora della vita dopo il COVID-19. Quando sembra che la società cambierà profondamente, dobbiamo crescere insieme per creare un futuro migliore per questa terra e i suoi abitanti.
Alcuni progetti personali includono anche l’imparare il più possibile sulle ingiustizie razziali nel nostro paese e provare a spingere affinché avvenga un cambiamento positivo, per ciò che possiamo.
…alchemizzare la storica idea di un Artista con un’avanguardia contemporanea.