Ibrahim Nasrallah, anche conosciuto come La Moustache d’Ibrahim, è un giovane artista libanese, fieramente parigino d’adozione.
Classe ’85, ha debuttato col suo primo lavoro su commissione nell’ambito della mostra collettiva curata dallo storico Alessandro Gallicchio Ni haut ni bas a Prato, dal tema “Antropomorfismo e Informe”. L’Italia, dove ha avuto modo di trascorrere un anno per motivi di studio, rappresenta per lui la seconda terra d’adozione, nonché il luogo dove ha avuto modo di entrare in contatto con un ambiente stimolante, che gli ha permesso di incubare i germi di un’attività creativa prepotentemente esplosa da poco più di un anno.
“Home made art“, come egli stesso definisce il suo lavoro, allude efficacemente alla dimensione contenuta delle composizioni e al carattere rituale ed intimo della loro messa in opera:
“Torno a casa dopo una giornata impegnativa e mi rilasso con una tazza di tè o caffè, davanti al mio grande tavolo in legno di pino, cercando i materiali e i colori giusti da combinare assieme. Metto in questo processo la stessa cura che si potrebbe mettere nel preparare una torta o un manicaretto da portare a casa di amici“.
Sebbene venga definita come “indipendente, priva di qualsiasi tratto logico graficamente distinguibile“, in 30, la prima serie realizzata, si riscontrano già diverse costanti del suo metodo: il papier collé, la penna a inchiostro nero, le pagine di vecchi libri ingialliti, l’impiego di forme semplici e geometriche o a spirale, affiancate in maniera tale da sembrare immagini astratte dell’universo.
Dalla trasposizione dell’infinitamente piccolo in Biologia e quella dell’infinitamente grande in Galaxies, la formazione scientifica conseguita con una laurea in biologia gioca un ruolo principe nel repertorio d’immagini a cui La Moustache s’ispira.
Accostando figure dall’atmosfera indefinita e sospesa a singole frasi ritagliate dai libri, Ibrahim riesce a conferire alle sue opere la capacità di suggerire racconti aperti che allo spettatore è dato completare, come nella serie Lifelines. 7, una delle ultime serie, che consiste diversamente in un lavoro a quattro-mani in cui i racconti non sono solo accennati, ma si concretizzano nei brevi, intensi testi di Anton Kacem che accompagnano i disegni.
Le immagini fotografiche cui fa ricorso invece nella serie commissionata in occasione della mostra Ni haut ni bas aprono la strada a nuove possibilità espressive.
Ci siamo incontrati in un caffè di Parigi per fare una chiacchierata. Il testo integrale potete trovarlo sul primo numero di AWM.
Ibrahim Nasrallah, alias La Moustache d’Ibrahim, is a young Lebanese artist, raised in Paris. Born in 1985, his first work was commissioned in honor of the exhibit ‘Ni haut ni bas’ directed by the historian Alessandro Gallicchio. It was a shared exhibit Ni haut ni bas on the theme of ‘Anthropomorphism and Shapeless’. Ibrahim also studied for one year in Italy in a very stimulating environment which largely influenced his artistic creativity.
He defines his artwork ‘Home made art’ in order to hint at the intimate and ritual character typical of its creation process:
‘When I go back home after a busy day, I always chill out with a cup of tea or coffee first. After that, I sit down at the wooden table and I start thinking at the right combination of fabrics and colours. I always stick to this routine process meticulously, with the same accuracy that is necessary to make a cake’.
Although ‘30’, his first series, was commented as ‘with no logical discernable trait’, we did identify constant characteristics in its method; such as the papier collé, the black inch and the aged yellowed papers. Moreover, he uses simple geometrical shapes or spirals which seem abstract images in the universe.
‘The Moustache’ is certainly inspired by Ibrahim’s scientific academic education. The scientific influence is visible in two of his works ‘Biologia’ and ‘Galaxies’.
In the series ‘Lifetlines. 7’, Ibrahim chose quotes from his favorite books to complement the artworks so to transform them into open-ended stories. Conversely, in one of his last series ‘7’, the paintings are accompanied by full-text stories written by Anton Kacem.
Ibrahim also engages in other forms of artistic expressions such as the photographic images he exhibited at ‘Ni haut ni bas’.
We met Ibrahim in a Café in Paris. The complete interview to Ibrahim Nasrallah is available on AWM.