Tomás Saraceno è un fuoriclasse, argentino di nascita ma dallo spirito cosmopolita, che ha già guadagnato un posto rilevante nel complesso meccanismo artistico, vincendo nel 2009 il Premio Calder.
La sua peculiarità è creare mondi tramite un proficuo connubio tra tecniche architettoniche e configurazioni biologiche. I lavori, quasi utopistici, di Saraceno consistono in microcosmi abitabili, sospesi a mezz’aria, che sfidano la forza di gravità.
La sua vita, sempre in movimento, è fonte di ispirazione per il suo lavoro. Forte è la necessità di annullare le barriere per giungere alla costruzione di ambienti idonei a tutti, a basso impatto ambientale e alto potenziale di mobilità.
Tomás Saraceno si ispira all’architettura della natura, degli elementi più minuscoli, avvalendosi delle moderne tecnologie. I suoi lavori possono essere paragonati a filiformi ragnatele, la cui configurazione spaziale è ancora ignota o poco studiata, a bolle fluttuanti sorrette da filamenti con le quali lo spettatore interagisce. Egli ingrandisce l’atomo, parte più piccola della materia, fino a renderlo un luogo accogliente per l’uomo. Ricrea queste strutture con materiali solidi e consistenti che però nel complesso dell’opera perdono apparentemente le loro qualità pertinenti, diventando fragili ed eleganti, leggeri e confortevoli. Molte sue istallazioni sono vere e proprie performance che richiedono la partecipazione attiva del pubblico.
La potenza immaginativa di Saraceno consiste nel mettere l’arte a disposizione del sociale, adoperando tecniche scientifiche e avanguardistiche. I suoi ecosistemi sono l’opposto del mondo in cui viviamo, sebbene siano estrapolati da esso. Sono luoghi incontaminati e cristallini, ambienti fisici e biologici che spaziano da macro-strutture cosmiche a micro-sistemi biologici.
Per vedere i suoi lavori, questo è il suo sito.