Non sempre è possibile coprire tutte le notizie che arrivano dal mondo: vuoi perché non è possibile conoscere tutto ciò che viene realizzato giorno dopo giorno; vuoi perché -se anche la prima condizione fosse realizzabile- mancherebbe il tempo necessario a parlarne; vuoi per altri motivi indipendenti dalla nostra volontà.
Rientra in quest’ultima casistica l’oggetto dell’articolo in questione in quanto, quando lo stesso è stato realizzato, Artwort non esisteva ancora.
Paper-Brick è un set di “mattoncini” di carta disegnato da Nendo per un inserto della rivista giapponese Pen uscito lo scorso febbraio. Ora, a 2014 quasi completato, non potevamo non parlarvene, quindi consideratelo un ripescaggio di lusso.
Tornando ai Paper-Brick, i lettori possono creare strutture che sembrano tridimensionali impilando i mattoncini che, essendo composti da tre colori ad hoc che ne riproducono le ombreggiature, danno l’illusione della tridimensionalità. Tali strutture, illusorie per l’appunto, non rischiando di cadere -in quanto posizionate in piano- offrono la possibilità di dare vita a forme impossibili, che non sottostanno alla legge di gravità e giocano con le ombre e la prospettiva.
Una sorta di ritorno all’infanzia quando, muniti di mattoncini lego, lasciavamo correre la fantasia dando libero sfogo alla nostra immaginazione riuscendo a creare strutture dalle forme più improbabili sorrette da pilastri solidissimi, quelli ben fissati dalla nostra mente.
Ma Paper-Brick è anche altro: può essere infatti usato come un puzzle visto che, se assemblati correttamente, i vari mattoncini compongono un cubo. Il gioco intende tradurre materialmente il concetto 3D del CAD che crea forme tridimensionali sulla superficie bidimensionale dello schermo.