Cancellate dalla mente modelle filiformi, donne e uomini bellissimi ritratti da fotografi di fama internazionale. Mark Nixon ha deciso di uscir fuori dalle solite rappresentazioni per provare a far emergere attraverso un’immagine un’idea altra.
La serie fotografica MUCHLOVED consiste in 65 ritratti di orsetti dai musetti imbronciati usurati per i troppi abbracci e l’affetto dei padroncini. Ogni immagine funge anche da ‘documento d’identità’ del pupazzo, riportandone nome, età, altezza e proprietario. Questi pupazzi, fedeli e silenziosi, sono stati fonte di calma e sicurezza per più generazioni di pargoli, soffice conforto nella notte.
Ma cosa è tornato loro indietro? Una pelliccia rosa spelacchiata, un arto in meno, l’imbottitura che fuoriesce dalle cuciture, a testimonianza del fatto di essere stati buoni compagni d’avventure e non semplici oggetti feticcio. Alcuni di essi hanno perso le sembianze di figure rincuoranti, arrivando a suscitare anche un po’ d’inquietudine a causa del totale logore, ma, si sa, l’amore spesso porta a questo. Ciò che conferisce valore ad ognuna di queste fotografie è una didascalia contenente un aneddoto che riguarda un ricordo o un aneddoto, una storia di famiglia tra il padrone e l’orsetto.
Nixon afferma:
“I love photographing people. There is still something magical that happens between the subject, me and the camera that still surprises me”
Presentandoci questi pupazzi con tanto di descrizione, il fotografo ci offre l’opportunità di immaginare anche i loro proprietari in maniera plausibile. D’altronde, gli oggetti raccontano sempre un po’ anche di chi li ha posseduti e la tecnica di posizionarli in luoghi e spazi indefiniti facilita il processo di immedesimazione nella storia.
Le foto di MUCHLOVED ci regalano un sorriso avvicinandoci all’umanità più pura e spensierata – quella vissuta nella fanciullezza – attraverso una doppia interazione tra uomo e oggetto e oggetto e fotocamera.
Chi vuol esser lieto sia.