UTEC, Campus Universitario di Ingegneria e Tecnologia a Lima (2011 – in corso)
Grafton Architects
Architecture as new Geography, l’installazione che ha consentito ai Grafton Architects di vincere il Leone d’Argento alla 13. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, metteva in luce i princìpi di ricerca spaziale e formale che trovano fondamento nella consapevolezza del fare architettonico come astrazione del paesaggio. Così, il progetto per il Campus Universitario a Lima invade Barranco come una grande scogliera, quasi a voler ricordare che l’oceano Pacifico è lì, in fondo alla valle, e che la città, con i suoi 40.660 abitanti, si estende tutta intorno, abbracciando l’autostrada a Nord.
L’edificio – che si compone di 35.000 m2, con spazi fluidi e sale aperte al contesto urbano; con auditorium, sale conferenze, teatri-cinema, ai piedi della scogliera, proprio a favorire la connessione tra il campus e la città – nasce dal volo che da Dublino a Lima fa scalo a San Paolo, mostrando come possa esistere un common ground tra l’opera dello studio irlandese e quella dell’architetto brasiliano, premio Pritzker 2006, Paulo Mendes da Rocha, e trovando una nuova monumentale espressione di geografia costruita: la costruzione di un’infrastruttura che sia tassello di un nuovo paesaggio, altamente radicato nel luogo e sul suolo in cui è realizzato.
La possibilità di lavorare per la prima volta in Sud America, all’interno di una città così diversa sia dal punto di vista climatico che culturale, ha permesso ai Grafton Architects di progettare spazi in grado di fluire senza confini tra interno ed esterno, trovando, come ci insegna il maestro di Vitòria, una connessione tra architettura e ingegneria, una sintesi tra architettura, struttura e spazio.
Mentre la schiena della scogliera apre a Nord verso l’insediamento urbano, a Sud l’edificio si presenta come una cascata di monoliti e giardini galleggianti. Come per altre architetture di Grafton Architects, anche quella di Lima si solidifica nell’immaginario collettivo come grève, ciclopica, compatta e rocciosa, ma al tempo stesso agevole, accogliente.
Lo sviluppo verticale segue lo schema di sezione libera e stabilisce, in base ai sistemi di relazione con la città, la sua orditura: al di sopra del livello pubblico trovano spazio i luoghi dell’istituzione – aulari, uffici dei docenti e spazi amministrativi – e i laboratori che, da scatole chiuse e celate, nell’aprirsi verso l’esterno, rivelano il carattere dell’edificio; alla sommità della scogliera, la biblioteca diviene vertice simbolico e architettonico dell’edificio aprendosi sul panorama di Lima.